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Cronaca

Asti, il pm chiede la condanna della Maga Mady

Verso la conclusione il processo per truffa che vede imputata una donna che gestisce un negozio in cui convivono generi alimentari e studio di cartomante

Processo alle battute finali

Restato in sospensione per tutto il lungo periodo di blocco delle udienze a causa del Covid, è arrivato alle battute finali il processo per truffa a carico di Antonietta Manetta, in arte Maga Mady, con studio di cartomante e riti esoterici in via Baudoin. Studio che condivide con il negozio di commestibili sempre di sua proprietà.
Ieri mattina, davanti al giudice Bertolino, sono stati sentiti tre testimoni della difesa e si è tenuta la discussione.
Iniziata con il pm che ha richiesto a carico dell’imputata, una condanna ad 1 anno e 6 mesi e a 2 mila euro di multa. Basando la sua requisitoria su due pilastri: la dipendenza psicologica della parte lesa e l’esosità dei compensi chiesti per la lettura delle carte e per i riti esoterici che venivano richiesti alla maga.

Chiesti 10 mila euro di danni morali

Sulla richiesta di condanna si è associato l’avvocato di parte civille, Giulio Calosso, che assiste la donna torinese che per sette anni ha frequentato la Maga Mady e le ha staccato assegni per decine di migliaia di euro.
La donna, un’impiegata ora vedova, si era rivolta alla maga astigiana per risolvere non solo pene d’amore, ma anche per vendere un alloggio ereditato e per regolare delle questioni famigliari circa un’eredità. Più volte, non potendosi muovere autonomamente, si spostava in taxi da Torino ad Asti pur di incontrare la donna nel suo negozietto.
Di qui la dipendenza psicologica invocata da pm e parte civile e la contestazione dell’esosità dei servigi della maga, visto che alcuni riti arrivavano a costare anche 3500 euro.

«Ha approfittato delle sue debolezze e delle sue fragilità»

«Lo schema è molto chiaro – ha detto l’avvocato Calosso – L’imputata prima ha raccolto tutte le debolezze e le fragilità della mia assistita, poi l’ha convinta di poterli risolvere con i riti e poi ancora è passata all’incasso. E quando la donna non ha avuto abbastanza denaro si è addirittura prestata per farle avere dei finanziamenti sapendo che questi sarebbero stati utilizzati per saldare i debiti con lei».
La richiesta della parte civile è di condanna della Manetta al pagamento di 34.400 euro dei quali 10 mila come risarcimento danni morali e il resto come restituzione dei compensi per i riti esoterici. Oltre al sequestro di un assegno da 5 mila euro ancora nella disponibilità della Manetta anche se mai messo all’incasso.

La difesa: «Credeva nella magia, non è truffa»

Invita a sgombrare il campo dal pregiudizio, invece, il difensore dell’imputata, l’avvocato Chiara Pescarmona. «O decidiamo che tutto il mondo dei maghi e degli operatori dell’esoterismo è interamente in mano a truffatori e dunque non si consente più loro di lavorare alla luce del sole come fanno, oppure li si considera alla stregua di qualunque altra professione regolare e allora non si discute sui loro servizi e sui compensi che impongono».
Sottolineando che la parte offesa si è liberamente rivolta alla Manetta e per anni ha continuato a frequentarla e a chiedere i suoi riti fino a quando la sorella l’ha convinta a farsi restituire tutto. «La signora è una donna che ha sempre lavorato, ha avuto una vita normale, era sposata e sicuramente in grado di determinarsi senza alcun sospetto di incapacità. Una donna – ha proseguito il difensore – convinta che candele e riti e preghiere le avrebbero aperto al porta verso la felicità. Ma era una convinzione sua, non indotta da nessun altro, meno che mai dalla mia assistita».
Il giudice Bertolino ha rinviato il processo per repliche ad inizio ottobre. In aula, come a tutte le udienze, sia l’imputata che la parte civile accompagnata dalla sorella.

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