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Degrado e soluzioni

Asti, in via Malta misteriosa sparizione delle “auto-rifugio”

Abbandonate da anni, erano state colonizzate dai senzatetto che disturbavano i residenti. Che, una mattina, sono scesi e non le hanno più trovate. Interrogati dagli agenti della polizia municipale per scoprire chi le aveva portate via

Risolto un problema (con giallo annesso), se ne presentano subito altri.
E’ quello che accade nell’isolato di via Malta dove si trovano le più vecchie case popolari della città che mostrano tutti i segni del tempo nella struttura e tutte le contraddizioni moderne di convivenze difficili.
Proprio al nostro giornale, qualche settimana fa, un gruppo di donne residenti si era rivolto per un problema che le attanagliava. Le avevamo chiamate le “sceriffe” perchè avevano il coraggio di presidiare e controllare i movimenti più strani del grande caseggiato.
Erano stufe di dover combattere, fra le altre cose, contro i tanti senzatetto che si rifugiavano sulle auto abbandonate nei cortili interni del condominio e che lì dormivano, mangiavano, lasciavano rifiuti, spesso davano in escandescenze, spaventavano i residenti e usavano le cantine come orinatoi.
Appelli su appelli ma alla fine la cosa si è risolta da sola.
Come? Questo è un giallo.
«C’erano auto che da almeno 10 anni erano ferme lì, alcune ancora con la targa, spesso straniera – racconta una delle “sceriffe di via Malta” – Poi una mattina di queste ci siamo svegliate e quelle auto erano sparite tutte, portate via nella notte. Insieme ad altre donne del palazzo siamo scese e abbiamo ripulito il disastro di sporcizia e rifiuti che si era accumulato nel tempo sotto le auto e adesso almeno quel problema lì non ce l’abbiamo più».
Racconta che nel giro di qualche ora sono arrivati agenti della polizia municipale per chiedere se sapessero chi aveva portato via quelle auto, molte delle quali sottoposte a fermo amministrativo, ma nessuno ha visto nulla e nessuno è interessato a capire più di tanto chi si sia preso la briga di ripulire finalmente ingresso e cortile da quei ricettacoli di un’umanità che, seppur compatita, rendeva impossibile la vita già difficile in quel casermone.
«Ora, visto che ci si preoccupa di auto scassate ferme da 10 anni, speriamo che qualcuno si preoccupi anche delle nostre cantine che possiamo definire quasi marce – prosegue la portavoce delle sceriffe – Piccole, buie, umide, tutte scrostate, senza luce da tempo, piene di rifiuti di ogni genere lasciati sia da precedenti inquilini che da altri che forzano le porte. Spesso vengono usate dai più disperati per dormire. Odorano di urina e presentano evidentissimi segni di umidità e di ammaloramento dei muri. Sono le fondamenta di piani e piani di palazzi. Dobbiamo aspettarci una disgrazia come quella alle vele di Scampia? Abbiamo davvero paura di quello che potrebbe accadere se i muri così malconci un giorno dovessero cedere senza contare se, malauguratamente dovesse scoppiare un incendio in mezzo a tutti quei rifiuti».

(Photogallery Ago)

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