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Cronaca
Tribunale

Asti, insegnante di musica sotto accusa per il suo “metodo” applicato a ragazzi fragili

La docente e artista li sottoponeva a laboratori di psicodramma che, a detta dei ragazzi, li hanno devastati.

Parole come macigni. Sono quelle scritte nella citazione a giudizio di un’artista e insegnante di musica astigiana e sono quelle riportate da sette ragazzi (alcuni dei quali ancora minorenni all’epoca dei fatti contestati e altri appena al di sopra della soglia dei 18 anni) che l’hanno denunciata.
L’insegnante deve rispondere di più accuse, da quella di esercizio abusivo della professione di psicologa e psicoterapeuta a quelle di violenza privata e lesioni personali.
Il primo capo d’accusa è quello dal quale è partita tutta l’indagine.
All’Ordine degli Psicologi del Piemonte erano arrivati i sette ragazzi che avevano spiegato di aver partecipato a corsi di teatro e canto tenuti dall’insegnante astigiana, 48 anni, cantante e attrice, che si faceva chiamare “terapeuta” ed ideatrice del Teatro della Crescita. E, viste le conseguenze sui loro stati emotivi, volevano sapere se davvero lei lo fosse. Prima risposta: no, l’insegnante non si era mai laureata in psicologia e dunque non poteva svolgere la professione di psicologa o terapeuta. Ma quello che inizialmente poteva configurarsi esclusivamente come un esercizio abusivo della professione si è invece trasformato in qualcosa di ben più grave, ascoltando i racconti dei ragazzi.

Un metodo, quello del Teatro della Crescita, applicato dall’insegnante, che, hanno raccontato i ragazzi, anche con minaccia o violenza li costringeva a rivivere episodi particolarmente traumatici subiti in tenera età: dalle violenze agli abusi, dai lutti alle inquietudini sessuali adolescenziali. E, in molti casi, era la stessa insegnante che durante la “drammatizzazione” in cui i ragazzi dovevano interpretare i loro abusanti, suggeriva le parole da usare.

Ieri mattina si è tenuta l’udienza predibattimentale davanti al giudice Dematteis. Da un lato l’insegnante, presente, accanto al suo difensore, l’avvocato Alessia Trinchero. Dietro al pm Cotti erano schierati i ragazzi che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Roberta Angela Maccia che rappresentava anche l’Ordine degli Psicologi del Piemonte. Visti i fatti molto datati, per due parti civili erano già scaduti i termini di prescrizione. Per tutti gli altri, invece, rinvio all’udienza del 13 marzo quando il difensore (che non ha inteso rilasciare alcuna dichiarazione) ha già annunciato l’intenzione di chiedere la messa alla prova previa offerta risarcitoria.

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