Un’evoluzione della cosiddetta “sex extortion” (estorsione sessuale) che ha messo nei guai un pensionato che vive in Sardegna comparso nei giorni scorsi davanti al gup Beconi del tribunale di Asti.
Processo che riguarda Asti perché è astigiano un altro uomo, di 45 anni, che viene contattato via Messenger da una avvenente donna di cui conosce solo le foto del profilo e le parole scritte in chat. La donna lo seduce fino a spingerlo ad uno scambio di foto e video particolarmente intimi. Ma quelli inviati dalla donna sono “rubati” al mondo del porno mentre quelle dell’astigiano sono genuine. Una volta inviate le sue foto e i video in circostanze molto intime, la donna gli chiede soldi a fronte della minaccia di diffondere il materiale a tutti i suoi contatti di Facebook. A quel punto l’uomo cede e versa su una carta Postepay una somma di poco meno di mille euro. E poi va a fare denuncia.
Gli investigatori, come primo atto fanno indagini sull’intestazione della Postepay e risalgono al pensionato sardo che viene indagato per estorsione. Ma quest’ultimo fornisce la sua spiegazione: «Sono una vittima anche io. Sono stato contattato poco tempo fa via Messenger con le stesse modalità usate per l’astigiano. Ma in questo caso la truffa della “fidanzata virtuale” è avvenuta al contrario: la donna ha insistito per farle un regalo in denaro facendosi dare gli estremi della carta e i suoi dati. In effetti il pensionato sardo si è visto accreditare 200 euro ma è stato un regalo avvelenato.
Perché la donna è scomparsa e, dopo poco tempo, sono cominciati ad arrivargli degli avvisi di garanzia da tutta Italia perché la sua carta è stata usata per i versamenti di tutte le vittime. Chi manovra tutto questo traffico ha così trovato il modo di ritardare le indagini e di impedire l’identificazione di chi davvero è dietro alle estorsioni.
Per capire la proporzione di questa truffa, gli investigatori hanno tracciato versamenti per oltre 40 mila euro in meno di due mesi con la carta che viene svuotata il giorno stesso dell’accredito da parte delle vittime prendendo la via di conti domiciliati in Costa d’Avorio e in altre nazioni dell’Africa.
Tutto questo è stato rappresentato dal legale del pensionato sardo, l’avvocato Jacopo Evangelista che ha ottenuto per il suo cliente una sentenza di non luogo a procedere.