A pochi giorni dall’affidamento dell’incarico ad un perito che avverrà domani in tribunale, gli imputati del processo “Valleverde” hanno nuovamente ricevuto nei giorni scorsi la visita dei militari della Guardia di Finanza di Asti.
Questa volta si sono presentati con un provvedimento di confisca di denaro contante (circa 100 mila euro) e mezzi (sono 5 fra automobili e furgoni) già sequestrati nel corso delle prime fasi dell’indagine.
Si tratta di una misura di prevenzione patrimoniale chiesta ed ottenuta dal sostituto procuratore Laura Deodato che ha coordinato le indagini della Finanza. Lo scopo, come si legge in una nota della Guardia di Finanza, è quello di scongiurare il rischio che gli automezzi utilizzati per il contestato spaccio di stupefacenti intestati fittiziamente a terzi vengano restituiti all’apparente proprietario, formalmente estraneo alla vicenda, ma che potrebbe in realtà metterli a disposizione degli imputati una volta riacquistata la libertà.
Tre dei quattro imputati del processo sono legati da vincoli di famiglia e sono accusati di aver commercializzato, anche attraverso un negozio di vendita di cannabis leggera regolarmente autorizzato, della sostanza con principio attivo superiore a quello consentito dalle normative.
Il processo è ancora in corso in primo grado davanti al tribunale di Asti ma la Procura ha ritenuto necessario intraprendere il principio del “doppio binario” che, al procedimento penale, affianca anche le misure di prevenzione.
«I soggetti target di tale secondo provvedimento – si legge nella nota della Finanza -oggetto di mirate investigazioni economico-patrimoniali, sono connotati da significativa pericolosità sociale desunta dai precedenti di polizia e dalle condanne comminate, anche a titolo definitivo. Elemento, quest’ultimo, che costituisce il presupposto previsto dalla legge per l’applicazione della misura del sequestro patrimoniale».