Concluse le operazioni di trasferimento delle 14 famiglie che abitavano il condominio sgomberate d’urgenza per il pericolo di crollo, sono iniziate quelle del complesso iter di definizione del grado di compromissione della stabilità della palazzina di via Gancia.
Il 10 novembre, dopo il sopralluogo dell’ingegnere incaricato di misurare le “crepe” che continuavano ad aprirsi sulle pareti, era stato deciso lo sgombero immediato delle famiglie. Alcune erano state ospitate da alcuni parenti, altre dalla casa di riposo Città di Asti in attesa di assegnazione di nuovo alloggio Atc avvenuta in tempi piuttosto brevi.
A far paura erano quei “vetrini” fissati alle pareti che, da un giorno all’altro si rompevano e mostravano millimetri di discostamento.
Le prime analisi statiche hanno parlato di uno sprofondamento delle fondazioni e di una “torsione” della struttura su se stessa.
Sono finiti anche i traslochi “controllati” di mobili e ogni cosa che li contenesse e oggi la palazzina è completamente vuota.
«Da quando la struttura è stata vuotata ed alleggerita – spiega Alessandro Lovera, direttore dell’Atc che possiede tutti gli alloggi tranne quattro nel tempo acquistati da inquilini – la torsione e i distacchi si sono fermati. I vetrini sono integri da giorni ma è evidente che lo sono solo perchè alloggi e scale non sono più sottoposti alle sollecitazioni naturali tipiche di una casa abitata».
Con una risposta indiretta alle preoccupazioni di chi abita nelle case intorno e percorre marciapiedi e strade intorno alla palazzina evacuata.
«E’ in corso l’incarico ad un geologo e solo quando verrà depositata la perizia decideremo il da farsi. Bisognerà valutare – prosegue il direttore – se conviene fare interventi di consolidamento e di rifacimento di molte pareti e della facciata o se invece non vi siano più margini per rimettere in asse il condominio. Tenendo conto che l’Atc non è autonoma nella decisione ma, pur detenendo la stragrande maggioranza dei millesimi, deve confrontarsi con i quattro proprietari privati».
Lo sfogo dei quattro proprietari privati: “Noi da tempo denunciavamo il degrado”
Dietro l’inaspettato sgombero della palazzina di via Gancia per grave pericolo di crollo, vi è anche un contrasto stile “Davide contro Golia”. Dove Golia è l’Atc con la stragrande maggioranza di millesimi essendo proprietaria di 11 alloggi su 15. E Davide è rappresentato dai 4 proprietari privati degli alloggi.
Che non ci stanno a subire passivamente il danno enorme dovuto all’abbandono degli alloggi e all’ipotesi più peggiore di demolizione dell’intero condominio qualora le rilevazioni geologiche concludessero per una “irrecuperabilità” della staticità dell’edificio.
A farsi portavoce è il signor Florio, a nome di tutti i quattro proprietari “privati” del condominio.
«Già nel 2014, in un’assemblea di condominio, venne portato all’approvazione un intervento che andasse ad abbellire la facciata, con reintonacatura e rifacimento dei balconi – dice – ma non se ne fece nulla. Rispetto alle altre palazzine “gemelle” che sono sorte intorno alla nostra, noi abbiamo una situazione capovolta: nelle altre l’Atc è in minoranza mentre i proprietari privati sono in maggioranza. Da noi no e si vede, perchè combinazione solo il nostro è in queste condizioni».
I proprietari lamentano dunque una scarsa recettività, nel corso degli anni, da parte dell’Atc ad intervenire per lavori di manutenzione, piccola o grande che fosse.
«In tutti questi anni abbiamo ottenuto solo il cambio delle vetrate che danno sulla scala ma perchè i vetri rischiavano di cadere addosso alle persone che salivano e scendevano. Null’altro è stato fatto e noi proponevamo, chiedevamo, facevamo presente la necessità di fare dei lavori, ma dall’Atc ci veniva sempre risposto che non avevano soldi per far fronte agli interventi e, avendo la maggioranza schiacciante, non si muoveva nulla».
Ora è stato dato incarico ad un avvocato astigiano per valutare il da farsi su questa situazione, anche nella prospettazione di una eventuale demolizione.
«Se dovessimo arrivare a buttare giù tutto, avremmo perso i soldi spesi per l’acquisto (mediamente intorno ai 70 mila euro più le spese di ristrutturazione n.d.r.) e dovremmo sborsarne chissà quanti altri per ricostruire. Quando da tanti anni si denunciava il degrado in cui versava quel condominio».
Nelle riunioni si era parlato anche di accesso al bonus del 100% ma poi non se ne è fatto nulla.
E, nel frattempo, il palazzo è stato svuotato e ora è lì che aspetta il verdetto finale di un professionista geologo.