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Asti: la Polizia Postale verso la chiusura?
Cronaca

Asti: la Polizia Postale verso la chiusura?

Nel piano di razionalizzazione dei presidi di polizia postale, la cui bozza è stata presentata in questi giorni ai sindacati, compare anche la sezione astigiana

Nel piano di razionalizzazione dei presidi di polizia postale, la cui bozza è stata presentata in questi giorni ai sindacati, compare anche la sezione astigiana.
Non si hanno certezze in quanto a tempistiche, ma l’annunciata chiusura potrebbe avvenire anche entro l’anno. In realtà si tratterebbe di una soppressione fisica dell’ufficio, ma non del servizio a favore dei cittadini. L’ipotesi, infatti, è quella della creazione di un ufficio che si occuperebbe di reati informatici, inquadrato nell’ambito della Squadra mobile della Questura. La polizia postale di Asti, coordinata dal sostituto commissario Ettore Ricci, nel corso dell’ultimo anno ha raccolto 272 denunce; 17 le persone denunciate; mentre sono stati 4 mila gli studenti incontrati nell’ambito degli incontri informativi sui rischi che si corrono navigando in “rete” (20 mila studenti dal 2009 ad oggi).

«Una notizia che vorremmo non aver mai ricevuto – sottolinea la segreteria provinciale del Sap, il sindacato autonomo di polizia – In Piemonte rimarrebbero aperti la Sezione di Novara ed il Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino. Nonostante l’impegno profuso, ad oggi non è stato possibile evitare la chiusura. Vogliamo ricordare che la chiusura della Sezione di Asti non trova nessun fondamento di ragione economica, essendo i locali di proprietà delle Poste e le uniche spese sono gli stipendi dei colleghi, a carico del Ministero dell’Interno. Quindi nessun risparmio concreto di spesa».

Il sindacato teme anche che «sarà dispersa la specificità dei colleghi della Sezione che in questi anni è stata fondamentale alle indagini di polizia giudiziaria in ambito telematico ed utile presso ogni grado delle scuole della provincia di Asti per un importante e prezioso insegnamento della cultura informatica».

Marta Martiner Testa

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