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Nelson
Cronaca
Canile di Asti

Asti, la storia di Nelson e degli altri cani maltrattati

Animali che arrivano con il collo “tagliato” da catene troppo strette e pesanti ma anche quelli con orecchie tagliate e altre atrocità.

«Ben vengano nuove leggi più severe e l’inasprimento delle condanne, ma senza controllo, non servono a niente». Un giudizio condiviso da molti volontari e operatori che lavorano a contatto con gli animali maltrattati, quello di Lara Caturegli, in forza al canile di Asti.
«Una legge senza controlli resta lettera e morta e ogni giorno noi tocchiamo con mano quanto ci sia bisogno di lavorare su questo fronte».
Citando anche la necessità che diventi presto realtà concreto il Daspo urbano cinofilo che è, in sostanza, un provvedimento che vieta la detenzione o l’affido di animali, per un periodo determinato o permanente, a soggetti ritenuti responsabili di maltrattamento, abbandono o incuria grave.
E parla di Nelson, un caso per tutti: è un cane di 14 mesi, arrivato in canile con il collo tagliato dal collare a catena. Oggi è in cerca di una nuova famiglia che lo accolga e lo ami. Ma insieme a lui cercano giustizia anche due cuccioli di appena 8 mesi, fratello e sorella, malnutriti, senza microchip, abbandonati con una crudeltà in più: al maschio hanno tagliato le orecchie.
Altri esempi? Una segugina di oltre un anno di età, quindi adulta, arrivata al canile senza riuscire a stare in equilibrio. «Era malferma, ci ha messo settimane per imparare a camminare bene – racconta Lara – e tutto questo perchè il suo precedente proprietario l‘ha tenuta, fin dalla nascita, chiusa in un pollaio angusto dove lei non è neppure riuscita ad imparare a stare in piedi».
Sono tutti in cerca di adozione come i tanti che vengono portati alla struttura dagli stessi proprietari che non li vogliono più tenere.
«I motivi sono sempre gli stessi: cambio casa, decesso o malattia invalidante della persona di famiglia che si occupava del cane, malattia del cane con indisponibilità della famiglia ad occuparsene. Ma nella grandissima maggioranza dei casi sono solo delle scuse per disfarsi di un animale che non risponde più a desideri, interessi, disponibilità della famiglia».
Per fortuna, ci sono anche tante persone che visitano la struttura per adottare dei cani.
«Anche se stiamo registrando un preoccupante calo di “uscite” per adozione – dice allarmata Lara – Abbiamo i box “al completo”, continueranno ad arrivare cani soprattutto in vista delle ferie ma da qualche settimana non abbiamo persone e famiglie che vengono ad adottare».

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2 risposte

  1. Condivido in pieno quanto scritto nell’articolo. Sono stata volontaria in un canile e ne ho viste di tutti i colori. La mentalità di tante gente e’ ancora arretrata; gli animali sono visti come oggetti utili all’uomo ( es. Vivisezione). La strada sara’ ancora lunga, ma non bisogna arrendersi.

  2. I animali d’affezione fanno parte della famiglia, sono esseri senzienti, innocenti e indifesi, amano il proprio padrone più di se stessi. Sonoi miglipri di certe persone che sanno essere dei veri mostri. Al momento di dare in adozione queste creature bisogna sapere se le persone sono in grado di accudirli bene e amarli. Sarebbe opportuno che affrontimo un esame. Detesto chi li abbandona e li maltratta, non sono utili allla società

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