Una storia che riguarda tante donne vittime di violenza domestica e che fa emergere un angolo cieco del Codice Rosso nato per proteggerle e dare loro giustizia.
Un aspetto delle procedure di protezione urgente che più volte è stato criticato da chi si occupa di queste donne e che rappresenta un ostacolo alla denuncia da parte delle vittime.
E’ l’abbandono immediato della casa e la vita sotto protezione in attesa di giudizio. Mentre il maltrattante rimane libero di proseguire la sua vita nella casa che è stata della coppia, in mezzo alle proprie cose e con la possibilità di avvicinare la sua vittima nonostante i divieti.
Così come è accaduto anche ad una ragazza assitita dall’avvocato Francesca Arrobbio che l’estate scorsa ha subito l’ennesima aggressione del partner; ma questa volta in un bar pubblico, davanti alle sue figlie. Sono stati gli avventori a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine che hanno immediatamente disposto che la donna con la figlia più piccola venisse portata in una casa segreta. Chiaro l’intento persecutorio dell’uomo che ha anche finto un malore per essere portato in ospedale dove sapeva si trovasse lei e dove l’ha cercata per avvicinarla.
Per la donna, da quella sera, la vita si è stravolta: ha dovuto affidare gli altri figli avuti da una precedente relazione al loro padre, ha dovuto lasciare la casa, non poteva andare a lavorare, non poteva uscire dalla casa segreta. Il compagno viene messo ai domiciliari, lei termina il periodo di protezione e torna a casa sua, ma lui viola i divieti di avvicinamento e una sera si presenta alla porta facendosi aprire il portone con una scusa. La donna riesce miracolosamente a richiuderlo fuori e chiama il 112. Lui viene portato in carcere, patteggia e gli viene concesso di scontare la pena ai domiciliari. Di nuovo. La donna torna a vivere nell’ansia perenne perchè sa che lui non è uno che segua le regole e che ha preso a telefonare a ripetizione alle maestre della scuola della figlia. Che non può avvicinare. Una sera in cui lei fortunatamente non era a casa, lo vedono nel bar vicino al palazzo, ubriaco e fuori di sè. Una pattuglia lo identifica e lo arresta per violazione degli arresti domiciliari. Torna in carcere ma non si sa per quanto ancora. Lasciando alla vittima una vita fatta di paura e di timori di incontrarlo per strada, al bar, al supermercato, sulla via del lavoro, della scuola della figlia, sotto casa dei genitori.ria