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Cronaca
Il caso

Asti, la vittima della truffa del falso incidente della figlia: «Sembrava proprio la sua voce»

Il racconto diretto di una “mancata” vittima di chi approfitta dell’età e dell’agitazione per rubare denaro e gioielli.

Vuole che tutti sappiano cosa le è successo affinchè nessuno caschi nella rete dei truffatori che fanno leva sui sentimenti e sul panico per derubare di tutti i risparmi le persone anziane.

«L’hanno studiata benissimo e, ammetto, in un primo tempo ci sono anche cascata». A parlare è una donna che vive ad Asti, ottantenne, vedova e sola.

«In mattinata ho ricevuto, sul mio cellulare, la telefonata di un uomo con marcato accento del sud Italia, che si presentava come avvocato. Diceva di essere stato incaricato da mio figlio a seguito di un gravissimo incidente in cui era coinvolta mia figlia. E io, in effetti, ho un figlio e una figlia ed entrambi hanno patente e auto».

L’avvocato, con piglio deciso e tono preoccupato, ha raccontato all’anziana che poco prima la figlia aveva investito per strada una bambina che si trovava in quel momento ricoverata in Rianimazione all’ospedale di Asti in condizioni gravissime. Pur precisando che la figlia, invece, non aveva riportato ferite.

«Il sedicente avvocato – prosegue la signora – ha detto che mia figlia aveva chiamato il fratello per chiedere aiuto in quanto, disperata, era stata arrestata dai carabinieri. Mio figlio, sempre detto da quell’uomo, era lì in ospedale per convincere il padre della bambina a ritirare la denuncia. In cambio di 18 mila euro».

E qui il senso della telefonata dell’avvocato: «I suoi figli hanno detto di non avere disponibile tale somma e quindi di chiedere a lei di poterla mettere insieme per evitare che la ragazza finisca in carcere a Torino. E mi ha anche detto che presto avrei ricevuto direttamente la chiamata dai carabinieri che avevano arrestato mia figlia. In effetti, subito dopo è squillato il telefono fisso e si è presentato all’altro capo un maresciallo».

A questo punto il momento che ha mandato in confusione l’anziana che non era ancora per niente convinta. «Il finto maresciallo dice di passarmi mia figlia che ha chiesto di parlare con me e subito dopo una voce femminile, molto simile a quella di mia figlia, in lacrime e con toni disperati mi dice di fare quello che ha chiesto l’avvocato. E’ in quel momento che ho tentennato perchè io non so come abbiano fatto, ma quella voce era davvero molto molto simile a quella vera di mia figlia».

In questo modo, i truffatori hanno tenuto impegnati tutti e due i telefoni dell’anziana che non poteva così chiedere conferme a nessuno perchè anche l’avvocato era ancora in linea sul cellulare.

«Lì per lì ho detto di aspettare che sarei andata a vedere cosa avevo in casa in contanti e sono ritornata, spaventatissima poco dopo dicendo che avevo solo 3 mila euro. L’avvocato mi diceva che non bastava e mi suggeriva di aggiungere eventuali oggetti preziosi che avevo disponibile in casa per avvicinarsi alla somma chiesta dal padre della bambina investita. A quel punto ho mangiato la foglia, finalmente e ho riferito ad entrambi gli uomini che ancora erano al telefono, sia cellulare che fisso, che mi sarei recata di persona dai carabinieri di Asti per avere chiarimenti su quanto stava accadendo. Questa cosa li ha fatti infuriare ma io ho interrotto entrambe le comunicazioni e sono andata davvero a sporgere denuncia. Non prima, con il cuore in gola, di chiamare mia figlia e mio figlio che mi hanno rassicurato sul fatto che stessero entrambi benissimo e non fosse capitato nulla di quanto raccontato al telefono dai truffatori».

L’anziana, che soffre anche di patologie cardiache, è rimasta particolarmente scossa da quanto accaduto e lancia un appello a tutti: «Fate attenzione, non credete a queste storie, anche se, come con me, vi fanno sentire delle voci che possono sembrare quelle dei vostri figli o nipoti. Mettete subito giù il telefono e chiamate le forze dell’ordine».

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