Il grave episodio di via Prandone
Tre pacchetti di sigarette: la donna di 78 anni morta in seguito allo scippo di via Prandone di fine aprile, ha perso la vita per un bottino di 15 euro tutto speso in tabaccheria dalle due giovani donne che l’avevano avvicinata e rapinata.
E’ uno dei dettagli che emerge dall’interrogatorio di E. B., appena diciassettenne, accusata insieme all’amica Hind Smerjel, detta “India” di aver compiuto lo scippo mortale di sette mesi fa nella via dietro l’ex ospedale.
Nel corso di un incidente probatorio voluto dal pm Dentis della Procura di Asti che sta coordinando la conclusione delle indagini eseguite dalla Squadra Mobile, la ragazza è stata sentita e le sue dichiarazioni finiranno direttamente nel fascicolo d’accusa.
La ragazza, attualmente ristretta presso una struttura di detenzione minorile toscana, era assistita dall’avvocato Marco Dapino e accompagnata dai suoi genitori che hanno dolorosamente appreso dalle parole della figlia non solo il suo racconto su come è andata quella maledetta rapina in strada, ma anche sul rapporto con gli altri quattro arrestati per una serie di rapine e scippi.
Si prostituiva per avere denaro per drogarsi
La ragazza ha candidamente ammesso la sua forte dipendenza dalle droghe e per procurarsele si prostituiva insieme all’amica utilizzando l’alloggio di corso Alfieri, intestato a Calogero Buttaci.
Gli uomini del gruppo, invece (oltre a Buttaci anche Alessandro Castagnaro e un minorenne, S. B.) si procuravano i soldi con le rapine.
E non solo quelle in strada, comunemente catalogate come scippi, ma anche all’interno dell’alloggio dove le due ragazze ricevevano i loro clienti.
Tanti i clienti rapinati nell’alloggio di corso Alfieri
La minorenne, infatti, parla di numerose rapine a uomini prima o dopo aver consumato i rapporti a pagamento.
Dunque, secondo quanto riferito dalla giovane donna, la rapina al cliente che si rivolse alla Polizia e che fece partire tutta l’indagine, non fu nè la prima, nè la sola. In quel caso, va detto, fu particolarmente violenta perchè non solo l’uomo venne malmenato e derubato di circa 300 euro, ma gli venne anche sparato un colpo in viso che gli costò il ricovero in ospedale.
Lo scippo mortale di via Prandone, sempre secondo le dichiarazioni della ragazza, era stato l’unico che aveva fatto per procurarsi denaro.
Reazione dell’anziana
Con l’amica avevano scelto accuratamente la vittima: anziana, con il bastone, lenta nella camminata, evidentemente debole e fragile.
L’hanno seguita da corso Alfieri a via Prandone e lì hanno puntato alla sua borsetta di colore rosso/viola.
Sarebbe stata India a strappare la borsetta dal braccio dell’anziana la quale, però, avrebbe reagito con una inaspettata resistenza, per difendere la sua borsa. A quel punto, sempre India secondo il racconto della complice minorenne, le avrebbe sferrato un pugno in volto, facendola cadere a terra, sul marciapiede. La ragazzina ha afferrato la borsetta a terra ed entrambe sono fuggite nell’alloggio di corso Alfieri. Lì hanno preso i 15 euro contenuti nel portafoglio e li hanno spesi per comprare tre pacchetti di sigarette.
La vittima morì dieci giorni dopo lo scippo
Hanno iniziato a preoccuparsi solo quando, scendendo per andare a gettare via la borsetta, hanno visto l’assembramento di soccorritori e poliziotti e la larga pozza di sangue sgorgata dal capo della povera vittima che sarebbe deceduta circa quindici giorni dopo in ospedale per complicanze derivate dalla caduta.