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Cronaca
Tribunale

Asti, l’insegnante di teatro sotto processo si difende: «Mai voluto psicanalizzare i miei studenti»

Era stata chiamata in causa da alcuni studenti che hanno sostenuto come il suo metodo teatrale li avesse profondamente scossi. Altri studenti smentiscono e testimoniano a suo favore.

E’ finalmente toccato a lei spiegare al pm e ai giudici la sua versione dei fatti. Quei fatti denunciati da un gruppo di suoi ex studenti e che lei ha sempre respinto preferendo finire sotto processo piuttosto che risolverla in rito alternativo pur di dimostrare il suo buon operato.
Lei è Paola Tomalino, l’attrice, cantante e insegnante di teatro sotto accusa per esercizio abusivo della professione medica. Inizialmente il processo conteneva anche accuse di lesioni e violenza privata, ma sono cadute per prescrizione e per presentazione tardiva delle querele.
Nella denuncia che ha portato al processo e nelle testimonianze delle parti offese, si era stigmatizzato il suo “Teatro della Crescita” un metodo ideato da Tomalino per preparare gli studenti agli spettacoli di fine anno. Al centro delle accuse le cosiddette “esercitazioni” che scavavano nel profondo dell’animo dei futuri attori. E un nutrito gruppo di studenti ha denunciato che questo sistema sarebbe sfociato in una psicoterapia o psicodramma non controllati in quanto lei non è né psicologa né psicoterapeuta e gli effetti furono di malesseri anche molto gravi e protratti.
«Io non ho mai neppure immaginato di proporre laboratori di psicoterapia ai miei studenti – ha affermato l’imputata che si è sottoposta ad oltre 2 ore e mezza di domande incrociate del pm Cotti, dell’avvocato di parte civile Maccia (che rappresenta l’Ordine degli Psicologi del Piemonte) e dei suoi difensori avvocati Occhionero e Testa – Conosco bene la psicoterapia e so che non era per nulla ricompresa nel mio metodo teatrale. Metodo – ha detto – che affonda invece nella necessità di fare esercizi per interiorizzare i ruoli e i personaggi da portare in scena. Come fa qualunque compagnia teatrale al mondo».
Un’affermazione confermata da due consulenti portati a testimoniare che hanno anche dissociato gli esercizi in laboratorio teatrale della Tomalino da quello che si definisce “psicodramma di Moreno”, pratica che può essere condotta solo da uno specialista psicoterapeuta.
L’imputata si è detta profondamente stupita della denuncia e delle parole dure rivolte a lei dagli ex studenti in aula di tribunale. «Li ritenevo amici, con molti di loro si sono stretti rapporti di profonda confidenza, amicizia, frequentazione anche al di fuori delle ore di lezioni di teatro. Così come, anche in questo caso, succedere nei gruppi teatrali in genere».
Sulla stessa sedia sulla quale si sono seduti i suoi “accusatori”, si sono avvicendati anche numerosi ex studenti degli stessi corsi negli stessi periodi che hanno invece dato versioni completamente opposte in merito alle “esercitazioni” che tanto malessere avrebbero causato in alcuni ragazzi più fragili. Smentendo di essersi sentiti coartati nel dire e fare cose che non volevano esprimere e raccontando che anche le sedute più intense finivano sempre con applausi, sorrisi sereni e spesso uscite con l’insegnante dopo la lezione.

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