Nei tristemente numerosi casi di stalking che ogni giorno il tribunale si trova ad affrontare, emerge una circostanza che dimostra anche come esistano uomini pronti ad intervenire e a rischiare in prima persona per difendere una donna da un ex o un fidanzato un po’ troppo insistente.
Se ne è parlato ieri, in tribunale, davanti al gup Belli durante un processo in rito abbreviato che vedeva imputato un panettiere che per anni aveva avuto una relazione importante con la commessa dello stesso negozio in cui lavoravano entrambi.
La storia era finita per volontà di lei a causa della possessività dell’uomo, sempre più pressante, asfissiante, violento e con la pretesa di controllare ogni movimento e ogni decisione della donna.
Uno degli episodi contestati riguarda una scenataccia dell’uomo a casa della fidanzata cui ha distrutto il televisore, ha rotto mobili e suppellettili, ha strappato le tende prima di scagliarsi contro di lei con schiaffi e oggetti tirati addosso.
Altro peso importante nella denuncia quello dei messaggi che l’uomo aveva mandato sul cellulare dove erano presenti minacce, offese e anche frasi del tipo “Fanno bene quelli ad ammazzare quelle come te” riferendosi ai numerosi casi di femminicidio riferiti dalle cronache nazionali.
Negli atti d’indagine è riferita anche un’altra circostanza che però non è stata oggetto di accusa ed è avvenuta all’interno del negozio in cui lavoravano entrambi. E’ quando un cliente ha assistito ad una delle scene di gelosia di lui che ha detto alla fidanzata che non poteva fare nulla senza la sua autorizzazione. All’evidente disagio della donna, il cliente ha invitato il panettiere a smettere di tormentarla attirando su di lui la rabbia dell’uomo che lo ha invitato a “regolare” i conti fuori dal negozio. Il cliente è uscito per aspettarlo e il panettiere, passando per il laboratorio, aveva un coltello in tasca; per fortuna un collega se ne è accorto e glielo ha sfilato e il “chiarimento” non ha rischiato di finire con qualcosa di ben più grave. L’avvocato difensore ha sottolineato come, per il tipo di lavoro che faceva, il coltello era uno strumento utilizzato durante la sua attività, non un’arma al seguito. Tant’è che non è stato brandito nè ha provato a minacciare impugnandolo.
Dopo la denuncia sporta ai carabinieri della stazione del paese in cui la commessa vive, al panettiere è stato notificato un divieto di avvicinamento che ha sempre rispettato.
In aula ieri il pm aveva chiesto per l’imputato una condanna a 2 anni che nella sentenza si è attestata a 1 anno e mezzo e 3 mila euro di provvisionale. L’uomo era difeso dall’avvocato Claudia Malabaila mentre la donna era costituita parte civile con l’avvocato Massimiliano Esposto.