Dopo un primo giro di arresti, è rimasto l’unico indagato per l’omicidio di Francesco Indino, il camionista ucciso a colpi di spranga vicino al suo camion all’alba del 25 giugno 2015 in Campo del Palio.
E’ Stefano Bagnasco, all’epoca suo datore di lavoro, che quella mattina lo aveva accompagnato a prendere l’autocarro carico di frutta e verdura da portare alle bancarelle dei mercati.
Un’indagine lunga e a tratti faticosa, ripresa dopo qualche tempo dai pm Macciò e Deodato che hanno concluso per la richiesta di archiviazione di tutti gli altri indagati (sulla quale ancora deve esprimersi il gip) e quella di rinvio a giudizio per Bagnasco.
Il suo difensore, l’avvocato Alberto Avidano, all’udienza di ieri ha chiesto una cosa sola al gip Belli: di sentire il suo assistito. Richiesta accordata con un rinvio dell’udienza preliminare a metà settembre.
«Ieri si è svolta udienza preliminare e il mio cliente ha, al momento, presentato un’unica richiesta: di esser interrogato dal Giudice.
Si è sempre vigorosamente dichiarato innocente ed è convinto di poterlo dimostrare a chi lo giudicherà – dichiara l’avvocato Avidano – D’altra parte, l’inconsistenza degli indizi a suo carico venne già apertamente dichiarata dal tribunale della libertà di Torino nel 2017, e oggi non ci sono novità.
Si presenterà dunque in aula per rispondere a tutte le domande che le parti vorranno rivolgergli e successivamente, con ogni probabilità, chiederà di procedere con le forme del rito abbreviato».
In aula presente anche l’avvocato Renata Broda che assiste la compagna di Indino e il figlio che aveva avuto con lui: entrambi costituiti parte civile.