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Cronaca
Il caso

Asti, messa per “Marietto” il bimbo deceduto senza che i genitori naturali fossero avvertiti

E la lapide sul loculo senza cognome riaccende la rabbia di padre e madre biologici

La denuncia fatta dalle pagine de La Nuova Provincia dai genitori naturali di Mario Domenico ha fatto il giro delle cronache italiane e non smette di far discutere.
Il piccolo è deceduto a 20 mesi in seguito ad una violenta crisi epilettica; era stato sottratto ai genitori naturali ed era stato dichiarato adottabile ma la crisi fatale è intervenuta prima di trovare una nuova famiglia.
Lorenzo Scudellaro e la compagna (madre del bambino), sono stati avvertiti della morte del loro figlio solo a distanza di una settimana dai funerali.
La notizia è arrivata dai Servizi Sociali del Comune di Asti che hanno seguito da vicino tutta la vicenda di Mario Domenico; una decisione sofferta, quella delle assistenti sociali, che si sono appellate all’etica della loro professione per superare le indicazioni del giudice minorile il quale aveva invece disposto che i genitori naturali non avessero più alcune notizie del piccolo.
Hanno dato la triste notizia e hanno indicato ai genitori il loculo al cimitero dove si trovava il figlio.
Ma Lorenzo e la compagna proprio non ci stanno ad essere stati esclusi dalla morte del figlioletto che, fino all’anno di vita, avevano continuato ad incontrare in colloqui protetti durante il suo periodo in affidamento ad una famiglia astigiana.
«Più passano i giorni – dicono – e più ci rendiamo conto dell’enorme torto che ci è stato fatto non consentendoci di salutare nostro figlio un’ultima volta.
Sapevamo che stava per essere dato in adozione e dunque non potevamo incontrarlo, ma questo valeva da vivo. Che male avremmo mai potuto fargli da morto?».
Proteste che dalle pagine del giornale sono passate ad una denuncia sporta presso i carabinieri di Asti; un verbale che raccoglie lo stesso racconto comparso sulle nostre colonne e che verrà trasmesso all’autorità giudiziaria affinchè verifichi l’eventuale sussistenza di responsabilità in questa tristissima vicenda.
Che ha un’ulteriore coda.
Scudellaro, infatti, insieme alla moglie, si era recato subito al cimitero per cercare il loculo del figlio e lo aveva trovato grazie al cartello provvisorio in attesa della lapide definitiva. Cartello che portava solo il doppio nome del piccolo, Mario Domenico ma nessun cognome.
Fin da subito aveva chiesto che nell’epigrafe definitiva comparisse il cognome del padre, che lo aveva regolarmente riconosciuto e che il piccolo aveva mantenuto in quanto non ancora dato in adozione al momento della morte.
Sabato la scoperta: la lapide definitiva è stata apposta ma senza cognome, solo con le date di nascita e morte e una tenerissima frase fatta apporre dalla famiglia affidataria: «Ovunque sarai, noi sapremo amare fino a lì».
Ad assistere i due genitori inquesta vicenda è l’avvocato Roberto Caranzano che parla di «perseveranza in un errore iniziale di non comunicazione della morte del piccolo. E la mancanza del cognome sulla lapide – ha affermato – è una grave offesa ai genitori ma anche al bambino stesso, che un cognome ce l’aveva e ha il diritto di vederlo scritto. Così sembra il figlio di nessuno».
Anche perchè, spiega ancora l’avvocato Caranzano, bisogna tener conto che Mario Domenico non è stato tolto a padre e madre naturali a causa di maltrattamenti o violenze, ma per una “inadeguatezza” genitoriale accentuata dalla complessa cura di cui avrebbe avuto bisogno a causa della sua patologia.
«Inadeguatezza che in parte stanno riscattando dopo la morte del piccolo, a dimostrazione dell’attaccamento emotivo che avevano con lui» conclude il legalo annunciando anche che potrebbe profilarsi un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Intanto Lorenzo e la compagna hanno organizzato una messa a ricordo del piccolo che sarà celebrata sabato 11 giugno alle 16,30 nella chiesa di San Rocco.

Per annunciarlo hanno fatto affiggere in città i manifesti in cui compare anche il cognome del bimbo, a dimostrazione della loro rivendicazione di identità del piccolo.

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