Comincia questa mattina, mercoledì, in Tribunale ad Asti il processo a carico di Paolo Ricagno, ex presidente del Consorzio dell'Asti e del Moscato. Al centro del procedimento vi è la questione
Comincia questa mattina, mercoledì, in Tribunale ad Asti il processo a carico di Paolo Ricagno, ex presidente del Consorzio dell'Asti e del Moscato. Al centro del procedimento vi è la questione dell'inclusione o meno del Comune di Asti nella lista di quelli che possono fregiarsi della denominazione docg nella produzione di Moscato. Un'inclusione che l'Associazione Produttori ha sempre respinto ritenendo Ricagno responsabile di un comportamento "ambiguo" del Consorzio che ha portato negli ultimi dieci anni ad un lungo contenzioso anche con l'azienda vinicola Zonin. La grande casa vinicola veneta, infatti, proprietaria di una tenuta a Portacomaro Stazione, nel caso in cui il Comune di Asti rientrasse nella docg vedrebbe i propri vigneti aumentare di valore e potrebbe fregiarsi della denominazione sulle etichette del suo Asti.
Il falso ideologico del quale deve rispondere in aula Paolo Ricagno riguarda quella lettera che inviò alla Regione in cui sostenne che il Consorzio aveva scelto la perizia Corino (che apriva la strada all'inclusione del capoluogo nei produttori docg) mentre invece il Consorzio aveva deciso di demandare la scelta della perizia alla Commissione Paritetica. Il processo a Ricagno è stato anche al centro di due riunioni del consiglio direttivo dell'Associazione Comuni del Moscato avvenute nei giorni scorsi. In quella di lunedì, in un incontro che ha visto la presenza di 40 amministratori sui 52 dell'Associazione, è stato deciso di costituirsi parte civile contro Ricagno.
Una decisione molto dibattuta, contrastata e poi presa sul filo di lana, con 22 Comuni a favore e 18 contrari «nonostante -si legge in una nota stampa – si sia confermata una coerenza di pensiero ed una presa d'atto sui fatti che hanno coinvolto Ricagno e sull'influenza che le sue azioni avrebbero nella nota vicenda Zonin dove l'intero territorio ha difeso una giusta causa contro l'azienda Castello del Poggio».
d.p.