A volte i bisogni di un malato oncologico possono sembrarci minimi, ma per lui e per la sua famiglia possono trasformarsi in ostacoli insormontabili che aggiungono difficoltà e disperazione a una situazione già difficile.
Risolvere un problema logistico o di organizzazione in una famiglia con un malato oncologico a fine vita diventa un gesto che va ben oltre il semplice servizio prestato.
E’ in quest’ottica che si inserisce il Progetto Protezione Famiglie Fragili cui l’Asl di Asti ha aderito nel 2017 attivandolo fattivamente nel 2019. Un’iniziativa della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta che nella nostra provincia ha incontrato due fondamentali partner: l’associazione Astro come onlus capofila che presta i suoi volontari e il Rotary Club che ha destinato un imponente service per finanziare le attività del progetto grazie ai contributi dei Club di Asti, Canelli-Nizza, del Gruppo Piemonte Est e del Distretto 2032.
Referente del progetto astigiano è la dottoressa Patrizia Bergese Bogliolo Gentile che spiega: «Andiamo a rispondere a quei bisogni che nè i servizi sanitari, nè quelli di assistenza sociale riescono a soddisfare nelle famiglie con un malato oncologico in seno».
Dall’inizio del 2020 sono state 42 le famiglie assistite con un impegno economico complessivo che ha superato i 73 mila euro.
«Dove si può mettiamo in contatto le famiglie con realtà di volontariato locali e dove questo non sia possibile interveniamo pagando professionisti e figure specializzate per l’assistenza» dice la referente.
Quasi sempre le esigenze sono riferite ai piccoli di casa. Purtroppo l’età media dei malati oncologici è abbastanza bassa e molti di loro hanno figli piccoli che non riescono ad accudire come prima.
Ed è qui che il progetto interviene mettendo a disposizione volontari o baby sitter che vadano a prendere e portare a scuola i bambini e li accompagnino alle altre attività extrascolatiche.
«Ma ci siamo anche occupati di malati con animali da affezione che non riuscivano più a seguire, di persone che si trovavano all’estero e non avevano soldi per rientrare in Italia ad assistere il parente malato oppure, al contrario, stranieri che volevano tornare nella loro terra natia e necessitavano di accompagnamento.
Ma la maggior parte dei casi ha riguardato la gestione dei bambini piccoli: sia in famiglie monogenitoriali che in quelle in cui un genitore è malato e l’altro deve lavorare per garantire almeno un reddito».
C’è poi anche un elenco di professionisti, prevalentemente notai e avvocati, che prestano gratuitamente prestazioni a favore dei malati e delle loro famiglie.
L’accesso al progetto avviene esclusivamente per via interna al Reparto di Oncologia dell’ospedale di Asti dove medici ed infermieri che hanno in carico i malati oncologici segnalano eventuali necessità ad una mini équipe formata da uno psicologo ed un’assistente sociale che effettua il colloquio con il paziente e la sua famiglia prima di fare un progetto su misura di cui affida l’esecuzione all’Astro.
Diritto di famiglia
- Daniela Peira