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Cronaca
Suprema Corte

Asti, Omicidio Bacco: le condanne a 30 anni sono definitive

La Cassazione respinge i ricorsi

È arrivata pochi minuti fa la decisione della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dai cinque imputati dell’omicidio di Manuel Bacco, il tabaccaio di corso Alba freddato nel suo negozio poco prima di Natale  del 2014 al culmine di una rapina. L’uomo, 37 anni, era spirato fra le braccia della moglie dopo essere stato colpito da alcuni colpi di pistola.

Per quel gravissimo fatto di sangue sia in primo grado che in Appello, la pubblica accusa sostenuta dal pm Deodato aveva ricostruito le responsabilità dei cinque che erano stati condannati a 30 anni.

Un’indagine che ha retto anche al ricorso in Cassazione, ultima occasione per i cinque per una riduzione della pena o per un’assoluzione. In cui sicuramente sperava Jacopo Chiesi, il più giovane degli imputati, all’epoca dei fatti pizzaiolo di appena 23 anni. Lui, difeso dall’avvocato Caranzano, ha sempre professato la sua innocenza, anche in Appello quando ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Ma proprio lui, per la giustizia, è il rapinatore che ha sparato i colpi che sono costati la vita al tabaccaio.

Con lui in negozio è entrato Giuseppe Piccolo che ha ammesso di essere stato sul luogo della rapina ma con il ruolo di palo.

Fuori ad aspettarli i due autisti delle auto prese a noleggio per la fuga: Fabio Fernicola e Antonio Guastalegname.

Quinto imputato, l’unico ad non essere stato collocato sul luogo dell’omicidio è Domenico Guastalegname, padre di Antonio, ideatore della rapina che doveva essere la prima di una serie per fare facilmente un po’ di soldi.

Dall’altra parte delle tesi difensive c’è lei, Cinzia Riccio, vedova di Manuel che ha sempre chiesto a gran voce giustizia e che non ha retto alla riapertura della tabaccheria dopo il dissequestro.

<Finalmente la signora Riccio può mettere la parola fine a questa vicenda devastante – è il commento dell’avvocato Chiara Pescarmona, legale di parte civile in rappresentanza dell’avvocato Mirate ancora molto grave dopo l’emorragia cerebrale che lo ha colpito dieci giorni fa – Come difensore di parte civile non posso che essere soddisfatta dell’esito anche per aver potuto così completare il grosso lavoro che l’avvocato Mirate ha fatto nel corso di questi lunghi anni. Non vedo l’ora di potergli comunicare questa vittoria non appena avrà vinto la sua battaglia>.

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