Non c’è pace per la madre e il figlio che, con grande coraggio, hanno denunciato il marito (e padre) ribadendo in tribunale l’inferno che faceva loro vivere in casa.
L’uomo era stato condannato a 5 anni in primo grado con una pena ridotta (di poco) in appello a 3 anni e 9 mesi.
Ma prima che la condanna diventasse definitiva, era rimasto in libertà e aveva a suo carico solo il divieto di avvicinamento a moglie e figlio. Che una sera ha violato presentandosi sotto casa, attaccandosi al citofono, battendo i pugni contro la porta di casa e minacciando madre e figlio. Proprio a quest’ultimo ha detto “Questa è casa mia, se ti vedo sei già morto”.
Il ragazzo non si è perso d’animo e usando il cellulare come prova, ha registrato il padre mentre contemporaneamente ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. L’uomo non ha smesso neppure all’arrivo della pattuglia che lo ha arrestato in flagranza.
Per questo episodio è stato nuovamente processato nei giorni scorsi e condannato dal giudice Sparacino a quasi tre mesi per violazione della misura cautelare. Aggiunta alla precedente condanna definitiva, porta ad oltre 4 anni la pena finale.
Al processo, che si è tenuto con il rito abbreviato, erano di nuovo presenti moglie e figlio, costituitisi parte civile e assistiti dall’avvocato Arri.
Il figlio è lo stesso che, nel processo principale di maltrattamenti, aveva raccontato di aver soccorso la madre dopo uno dei pestaggi più violenti e considerato che lei era immobile e in silenzio, le aveva chiesto “Mamma, alza la mano se sei ancora viva”.
Attualmente l’imputato è detenuto.