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curva Palucco
Cronaca
Sicurezza stradale

Asti Palucco, quella curva a “s” che continua a tradire gli automobilisti

L’ultimo incidente è di solo qualche giorno fa. Auto recuperata dai Vigili del Fuoco giù dalla scarpata. Dall’altra parte della strada era stato appena risistemato il guard rail sfondato da un altro incidente

Bisogna sempre che accadano incidenti per ricordare la misura della pericolosità di certi punti critici della rete viaria astigiana e i residenti, diligenti, non smettono di segnalarli e di chiedere che venga fatto qualcosa per limitare il rischio.
E’ quello che accade, ad esempio, in una doppia curva maledetta ed infida sulla strada che dalla rotonda grande del Palucco conduce a San Damiano.
Si trova a poche centinaia di metri dalla rotonda: un piccolo rettilineo in lieve discesa che al fondo però riserva quella “s” che tanti incidenti ha già provocato.
L’ultimo è di qualche giorno fa, con l’intervento dei Vigili del Fuoco che sono andati a “ripescare” la vettura in fondo alla scarpata, con il conducente incastrato nell’abitacolo. Un recupero complicato del quale oggi resta a ricordo una fettuccia bianco rossa in attesa del ripristino del guard rail; pochi giorni prima era stato posizionato quello nuovo dall’altra parte della strada, dopo i tanti incidenti che l’avevano sfondato.
«Statistiche esatte non ne ho – dice Beppe Demita, ex presidente di circoscrizione ma ancora oggi referente di Palucco, Revignano e Vaglierano – ma contiamo almeno un incidente ogni mese, mese e mezzo. Di quelli che sappiamo, perché a volte le auto vanno fuori strada e si aggiustano in autonomia con i soccorsi. Quella doppia curva è pericolosa, perché si trova fra due rettilinei e in fondo a due discese e, soprattutto, per chi non la percorre di frequente, è un’insidia grave. Sapevo che la Provincia aveva già provveduto all’esproprio dei terreni circostanti per “aggiustare” la curva, ma ancora non si è fatto nulla di concreto».
Quel tratto che dalla rotonda del Palucco all’incrocio per Revignano è diventata trafficatissima negli ultimi anni, usata come “bretella” per entrare in città senza imbottigliarsi nelle code di corso Torino.

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