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Cronaca
Infortunio mortale

Asti, per la morte sotto l’albero abbattuto va a processo solo il collega

Indagini chiuse per l’infortunio mortale sul lavoro avvenuto in un pioppeto a Revigliasco un anno fa. Ma la Cgil si chiede perchè non siano stato indagato anche il datore di lavoro

Per la morte dell’abbattitore di piante investito in pieno dalla caduta di un ramo mentre stava disboscando un vasto pioppeto lungo il Tanaro, è stato indagato solo il collega che aveva materialmente tagliato l’albero con la motosega, in quota.

Ed è una conclusione che non è condivisa dalla Cgil di Asti.

L’infortunio mortale poco più di un anno fa, il 10 marzo 2023 sul territorio del Comune di Revigliasco dove una società con sede in Emilia Romagna aveva l’incarico di disboscare, per conto della Provincia, un grande appezzamento in zona di rispetto del fiume Tanaro.

Dorin Vieru, romeno, residente nel Modenese, stava tagliando con la motosega un pioppo mentre il collega Salah Zrhaida, 59 anni, si trovava sotto a pulire con il decespugliatore. Purtroppo nel punto sbagliato, quello scelto dall’albero per abbattersi al suolo. Zrhaida era deceduto sul colpo e ora la sua famiglia, assistita dall’avvocato Stefano Orlandini, chiede giustizia. Vieru è accusato di non aver provveduto a informare il collega che stava tagliando la pianta per potergli dare tempo di allontanarsi dall’area di pericolo.

«Abbiamo letto la relazione del consulente del pm che procede – dice Luca Quagliotti, segretario Cgil di Asti – e per noi non è giusto che a pagare sia il collega che stava lavorando in quel momento con la vittima. Per almeno tre motivi. Il primo è che le operazioni di abbattimento sono avvenute durante una giornata di fortissimo vento mentre è previsto che in presenza di condizioni meteo di quel genere si debbano sospendere. Naturale, quindi, che nella confusione di rumori provocati dal vento la vittima possa non aver sentito l’allarme dato dal collega». Ma non è l’unica cosa che non torna alla Cgil e che l’ha convinta a non costituirsi parte civile contro il collega della vittima nonostante in un primo tempo avesse annunciato di voler partecipare al processo. «Risulta che il lavoratore che stava usando la motosega non avesse ricevuto alcuna formazione specifica per il suo utilizzo. Inoltre risulta anche che la ditta non fosse iscritta all’albo regionale delle imprese forestali dell’Emilia Romagna, regione in cui ha sede e né in quello del Piemonte, regione in cui stava facendo i lavori».

Quagliotti conclude: «Non contestiamo la decisione della Procura, ma siamo convinti che il datore di lavoro abbia responsabilità precise in quell’infortunio mortale che non sono state coltivate a sufficienza».

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