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Cronaca

Asti, per lo spaccio dell’operazione Riki Cod il pm chiede fino a 12 anni di condanna

In abbreviato 27 imputati per centinaia di cessioni di droga nelle piazze dello spaccio cittadino. Gli arresti eseguiti a febbraio dalla Polizia

Richieste di condanna pesantissime quelle che sono arrivate dal pm Paone al gip provvisoriamente applicato Bertolino. Fasi finali per il processo in rito abbreviato dell’operazione Riki Cod che a febbraio di quest’anno aveva portato a decine di arresti per una vasta rete di spaccio di droga in città. Un’operazione portata a termine dalla sezione antidroga della Squadra Mobile di Asti dopo aver a lungo intercettato e seguito i tanti spacciatori che cedevano dosi in ogni angolo della città.
La droga arrivava da Torino e i corrieri viaggiavano prevalentemente in treno. Fra le “novità” emerse da quell’operazione il fatto che lo spaccio cittadino fosse diviso in tre macro comunità: quella degli italiani, quella degli albanesi e quella degli africani. Che avevano trovato una tregua fra loro e si spartivano senza discussioni la piazza astigiana.
La fitta rete di spacciatori andava alle consegne con poche dosi addosso, sia per avere più facilità ad ingerirle in caso di controllo delle forze dell’ordine, sia per rischiare meno a livello giudiziario se fossero stati presi. Ma l’operazione della Polizia non si è limitata alle singole cessioni: ha ricostruito lo spaccio in modo da dare l’esatta dimensione dell’attività degli indagati.
Preoccupante il fatto che molti di loro spacciavano anche a minorenni e avevano contribuito alla rapida diffusione anche ad Asti di speedball e powerball, ovvero dosi miste di eroina, cocaina o anfetamine molto ricercate perchè allungano l’effetto sballo. Così tanto che alcuni degli spacciatori mettevano anche a disposizione degli alloggi in cui i “clienti” potevano stare durante i primi momenti dopo l’assunzione della droga e non finire in strada completamente “strafatti” rischiando di essere notati e fermati dalle forze dell’ordine.
Decine gli imputati per l’operazione Riki Cod. Per quattro di loro è stato disposto il proscioglimento (per tre su richiesta dello stesso pm) mentre altrettanti hanno scelto la via del patteggiamento. Un altro folto gruppo si è reso irreperibile e per loro è stato eseguito uno stralcio del processo con un lungo rinvio in attesa di catturarli.
Per i rimanenti 27 si è tenuto il rito abbreviato e il pm mercoledì ha esposto le sue conclusioni.
La pena più grave è stata quella chiesta per Mahdi Chaabeni, considerato la mente del gruppo, conosciuto come “Zio” o “Medi”: per lui il sostituto procuratore aggiunto Paone ha chiesto la condanna a 12 anni e 40 mila euro di multa, già al netto dello “sconto” per la scelta del rito.
Leggermente più bassa quella chiesta per Riccardo Schialva, dall’arresto del quale è partita l’inchiesta: 10 anni e 40 mila euro di multa. Stessa pena e 20 mila euro di multa in più per Onieka Ohmara mentre sia per Michael Okoro che per Dwayne Oyegbeda sono stati chiesti 6 anni e 40 mila euro di multa.

Altra pesante condanna per Ahmed Mamni (8 anni e 40 mila euro di multa), la stessa chiesta per Mourad Saidi e Hafed Selmi.

E poi Massimo Bighi (4 anni e 20 mila euro), Xhemal Kitpiu (4 anni e 8 mesi), Abdelrha Ait Ameuro (1 anno e 4 mesi), Hedhili Romdhani (5 anni e 4 mesi), Pietro Origlia (5 anni e 4 mesi), Antonio Ferrara (8 mesi), Michele Vacca (1 anno), Edison Pjetri (1 anno), Daniele Lombardo (1 anno e 8 mesi), Mattia Morelli (1 anno), Moses Ojekaboho (8 mesi) , Andrea Schillaci (8 mesi), Barbara Conte (8 mesi), Aldo Sini (8 mesi), Emanuele Caria (6 mesi), Mauro Massimino (6 mesi), Antonio Loi (4 mesi), Assunta Sigolo (2 mesi) e Giovanni Totaro (1 anno e 3 mesi).
L’udienza è stata aggiornata a mercoledì prossimo per la prosecuzione delle arringhe delle difese che dovrebbero concludersi il mercoledì successivo con la sentenza del giudice Bertolino.

Daniela Peira

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