Lunga lettera dell’Ordine Forense
Il grido d’allarme per la mancanza di giudici ritenuta mai così critica in tutta la storia del tribunale di Asti, varca i confini della competenza territoriale del nostro palazzo di giustizia e arriva direttamente sul tavolo del Csm e del Ministro Bonafede oltre che del presidente e del Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Torino.
Attività già in crisi per la paralisi da Covid
A porre la questione è il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Asti il quale, per voce del suo presidente Marco Venturino, riferisce lo stato di grave apprensione per tale carenza di giudicanti la quale va a sommarsi alla già sostanziale paralisi della giustizia derivante dai provvedimenti anti contagio con mesi di quasi assoluta immobilità dovuta al lockdown.
I “numeri” di tale apprensione sono presto fatti: la sezione penale del tribunale di Asti, dopo l’accorpamento di quello di Alba, ha giurisdizione su un esteso territorio di rilievo sotto il profilo economico e produttivo e un elevato tasso di criminalità come dimostrano i processi in itinere, e dovrebbe contare , secondo pianta organica, su 11 giudici.

Restano solo 5 giudici penali e sono impegnati nei maxi processi per ‘ndrangheta
Già oggi i giudici sono solo 8 e di questi 3 sono addetti alle funzioni di Gip e Gup; i rimanenti 5 giudici addetti al dibattimento (ai processi in aula, per intenderci), già in numero insufficiente per far fronte alla mole di lavoro “macinata” dal Tribunale di Asti, sono tutti impegnati in tre maxiprocessi per criminalità organizzata. Si tratta del processo Barbarossa, attualmente in atto all’aula bunker del carcere delle Vallette di Torino e dei processi Carminius e Fenice che inizieranno il 9 luglio, probabilmente con una riunione in un unico procedimento. Sono processi che devono essere condotti da un collegio di giudici e se il presidente sarà in entrambi il dottor Giannone, gli altri due componenti saranno i rimanenti quattro giudici assegnati in due collegi separati. Così gli unici 5 giudici penali di Asti saranno impegnati per diversi giorni alla settimana e per almeno un anno di udienze in questi maxi processi.
Da qui la seria preoccupazione degli avvocati che temono un forte rallentamento dell’attività nelle aule del tribunale.
Senza precedenti nella storia giudiziaria astigiana
Una situazione che il coordinatore della sezione penale, il dottor Giannone, aveva già ampiamente descritto in una relazione parlando di “situazione di gravissima criticità” con condizioni, dopo la pausa estiva “drammatiche e senza precedenti nella storia giudiziaria astigiana”. Tenendo conto che, a questa grave carenza di giudici, si assomma anche quella di personale amministrativo che, a fronte di un’ondata di pensionamenti, non ha visto nuovi ingressi.
Gli avvocati astigiani chiedono che sia fatto tutto il possibile per porre rimedio “all’annunciata catastrofe” integrando le carenze di organico o disponendo applicazioni temporanee di giudici da altri tribunali.
Ex magistrati astigiani al Csm e in Corte d’Appello
Sperando anche sui “trascorsi” astigiani di almeno due dei massimi intestatari dell’appello: al Csm siede dal dicembre scorso la dottoressa Elisabetta Chinaglia, precedente presidente di sezione penale del Tribunale di Asti mentre lo stesso procuratore della Corte d’Appello di Torino, il dottor Francesco Saluzzo, è stato per qualche anno procuratore della Repubblica proprio ad Asti.