I primi segni di cedimento si sono registrati due anni fa ma è negli ultimi 15 giorni che i calcinacci hanno cominciato a “piovere” dai balconi scoprendo a nudo le armature in ferro delle solette a sbalzo e preoccupando non poco i residenti. Che, dopo aver avvertito l’ATC, ora non ci stanno a vedere, come unica soluzione, quei nastri rossi che delimitano una parte di giardino e impediscono seconda uscita sulla strada. Divieto di passaggio in quelle zone, ma di muratori sui balconi, nemmeno l’ombra.
La segnalazione arriva dai condomini del Lotto 1 di via Cesare Pavese, quartiere Praia, stabili popolari di proprietà quasi esclusiva dell’ATC, tranne qualche privato che ha riscattato l’alloggio.
«Qui non è mai stata fatta manutenzione – dicono in coro – a partire dalle grondaie lungo il perimetro del tetto che si sono un po’ staccate e fanno piovere daisoffitti degli appartamenti dell’ultimo piano, alle cantine infrequentabili da anni ormai. Ma quello che ci preoccupa sono quei balconi che, ad ogni piano, si stanno sgretolando e fanno cadere continuamente dei pezzi di intonaco.
Ogni tanto, di notte, nel silenzio, si sente un tonfo pesante e il mattino dopo trovi un pezzo di mattone in più sull’erba ai piedi del palazzo. Come si fa a stare tranquilli?».
Pezzi piccoli, pezzi più grandi, mattoni d’angolo che lasciano scoperti i ferri delle armature e, di fatto, hanno sottratto i balconi all’uso degli abitanti: un po’ per paura di prendersi in testa i pezzi di intonaco dai balconi superiori, un po’ per paura che, camminandoci sopra, cedano quelli del proprio piano.
«Abbiamo avvertito l’ATC, sono venuti a mettere le bandelle per isolare il marciapiede del palazzo ma qui non si vedono muratori. Ci dicono che l’Istituto non ha soldi per le manutenzioni, alzano le spalle e se ne vanno. E noi qui a pregare che il palazzo non crolli, perché la paura forte è che i balconi che si sgretolano siano solo il primo campanello di allarme del rischio di non tenuta dell’intera struttura» dicono i residenti.
E fanno vedere che anche i pilastri portanti del palazzo, al piano del cortile, sono tutti “rosicchiati” dal tempo mentre nel condominio vicino ci sono due enormi buchi nel giardino molto vicino ai pilastri portanti del palazzo.
«C’è anche qualche perdita grande all’impianto di riciclo dell’acqua piovana, ma nessuno ci ha messo mano. – è l’ultima segnalazione – Prima era solo un buco nel cortile, adesso i buchi sono diventati due, sempre più profondi, e un terzo si è aperto alla stessa altezza sull’asfalto della strada. Significa che la perdita continua a “lavorare” e a portare via terreno intorno al palazzo».