Non è bastato il divieto di avvicinamento alla moglie e alla figlia per tenerlo lontano da loro. Soprattutto quando si ubriaca “e diventa un’altra persona” come dice la moglie.
Sotto processo un uomo di 45 anni, difeso dall’avvocato Laforè, per maltrattamenti.
Nel capo di accusa formulato dal pm Fracchia ci sono degli episodi più gravi come schiaffi, una porta sbattuta in faccia alla moglie con conseguenze da Pronto Soccorso, un tentativo di ferimento con un paio di forbici durante una lite. Sempre da ubriaco.
E poi insulti, offese, denigrazione continua sempre davanti alla loro figlioletta ancora in tenera età.
Finchè la donna ha detto “basta”, ha fatto denuncia e ha ottenuto un divieto di avvicinamento dopo un periodo vissuto in una casa segreta.
Ma una sera l’uomo si è ripresentato a casa, nel cuore della notte, e ha urlato per farsi aprire. La donna ovviamente ha resistito e ha chiesto l’intervento dei carabinieri. Nel frattempo l’imputato è salito di un piano, si è fatto aprire dalla vicina di casa e passando dal suo balcone si è calato su quello della sua ex casa coniugale. «Ero già abbastanza terrorizzata così ma quando l’ho sentito bussare violentemente dalle tapparelle della camera della bambina sono andata fuori di me dalla paura» ha detto in aula.
Diversa la versione data dall’uomo che si è fatto interrogare e ha minimizzato tutti gli episodi. Ha ammesso di essere un consumatore di alcol ma “non sono mai ubriaco – ha detto – di discussioni con mia moglie ce ne sono state tante, ma era lei che mi esasperava e quando litigavamo io poi me ne andavo via, non le facevo del male».