L’annuncio è di quelli che non si leggono tutti i giorni ed è comparso sul nostro giornale, accanto alla pagina delle necrologie.
Riguarda la dichiarazione di morte presunta di Gianni Graziano, un agricoltore scomparso dalla sua casa di Isola esattamente dieci anni fa, il 4 febbraio 2014.
Di lui si erano perse le tracce e alcuni parenti, cercando nella zona intorno a casa, si erano spinti fino sulle rive del Tanaro dove era stata segnalata la presenza di una giacca abbandonata. Era la sua e in una tasca interna era stata ritrovata una lettera che annunciava il suicidio. Ma, nonostante le ricerche via terra e via fiume con i sommozzatori (in quei giorni erano in atto anche quelle di Elena Ceste, nello stesso perimetro), il corpo non venne mai ritrovato nè venne mai restituito dal Tanaro.
Ora, a distanza di dieci anni, la famiglia ha intrapreso la via del riconoscimento della morte presunta, dopo essere passati per le dichiarazioni di assenza e scomparsa.
Per due volte l’annuncio verrà pubblicato sul giornale più letto e chiunque abbia eventuali notizie di lui ha tempo 6 mesi per comunicarle alla famiglia e alle forze dell’ordine. In mancanza di segnalazioni, trascorso questo tempo verrà dichiarata la sua morte anche in assenza di salma.
Si tratta di una “pratica” rara anche al tribunale di Asti che pure comprende anche la giurisdizione di Alba. Queste le statistiche di dichiarazioni di morte presunta: 2 nel 2019, 1 nel 2020, nessuna nel 2021, 1 nel 2022 così come nel 2023 e anche quest’anno ne è già stata decretata una.
«Non è una dichiarazione che si firma a cuor leggero – spiega il presidente del tribunale Paolo Rampini – e per ogni richiesta viene comunque avviata un’indagine. A seconda di età e circostanze si fa il possibile per capire se di quella persona si sia davvero persa ogni traccia e si sia fatto il possibile per rintracciarla».
Ricordando un caso piuttosto curioso, astigiano, risalente a qualche anno fa.
Un giovane che era scomparso da casa e, nonostante ricerche ed appelli, non aveva più dato notizie di sè. La famiglia dopo dieci anni aveva fatto richiesta di morte presunta e proprio grazie alla pubblicazione di tale avviso, un amico dello scomparso si è presentato in tribunale per dire che l’aveva visto poco tempo prima in un servizio giornalistico riguardante una messa del Papa. E’ stato recuperato il video e l’amico ha riconosciuto con certezza lo scomparso che aveva scelto di vivere per strada. In quel caso, ovviamente, la dichiarazione non venne firmata.
La morte presunta è un documento che serve soprattutto per sistemare questioni legali, economiche e successorie all’interno delle famiglie. Fino a quando vige la sola denuncia di scomparsa, infatti, tutto rimane in sospeso.