Operazione della Polizia Penitenziaria
Intuito premiato quello degli agenti di polizia penitenziaria che ieri hanno controllato un pacco postale indirizzato ad un detenuto recluso al carcere di alta sicurezza di Asti. Un detenuto che deve scontare una lunga pena per reati legati alla criminalità organizzata.
Il pacco conteneva, fra altre cose, anche due pentole dentro le quali erano ben nascosti ben tredici microtelefoni cellulari con tanto di SIM attivata pronta per l’uso e caricabatterie.
Dunque una fornitura che sarebbe dovuta servire nel tempo per consentire al detenuto ( e forse ad altri compagni di carcere) di comunicare con l’esterno evitando le strette misure di sicurezza.
Osapp: evitato che il carcere diventasse un call center per detenuti
Sulla vicenda interviene l’Osapp, uno dei sindacati di polizia penitenziaria presenti al carcere di Asti il cui segretario Leo Beneduci commenta: “Nonostante le condizioni di lavoro sempre peggiori dei nostri agenti, è stato solo grazie alla loro attenzione e professionalità che si è evitato che il carcere di Quarto si trasformasse in un call center per detenuti. Il personale opera da tempo in condizioni estreme per la gravissima carenza di organico ma nonostante ciò i pochi agenti presenti hanno portato a termine i compiti istituzionali.
Ci auguriamo – conclude Beneduci- che il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria sappia riconoscere la giusta ricompensa per aver evitato contatti dei detenuti con la criminalità esterna”.
Daniela Peira