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Grondaia rame
Cronaca
Carabinieri

Asti, sei arresti per i furti di rame (anche nelle scuole)

Cinque di loro abitano nell’Astigiano. In meno di 7 mesi documentati furti per un valore fra i 50 e i 70 mila euro

Parla molto astigiano l’operazione che questa mattina è stata portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Alba nell’ambito di un’indagine su furti di rame e acciaio.

Otto le persone indagate delle quali sei arrestate. E, di queste sei, cinque sono residenti ad Asti città o in provincia e per la maggioranza sono di etnia sinti.

Tanto che nella fase di notifica dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, i carabinieri di Alba sono stati aiutati dai colleghi di Asti.

Sono tutti indagati di concorso in furto in sei diversi colpi dei quali 4 portati a termine nell’Astigiano e 2 nell’Albese.

Agivano sempre di notte e prendevano di mira luoghi che potevano fruttare un buon bottino in termini di rame, prima di tutto, ma anche di acciaio, considerando che si tratta ormai di un materiale molto usato anche nell’arredamento interno.

Abitazioni private ma anche un centro commerciale e una scuola hanno subito la sgradita visita dei ladri che si sono portati via cavi elettrici, grondaie, faldali dai tetti, canne fumarie in acciaio, tubi di riscaldamento a vista, rotezioni dei cavi degli impianti elettrici. In meno di sette mesi, i carabinieri che rispondono al Reparto Operativo di Cuneo, hanno stimato un valore del bottino che oscilla fra i 50 e i 70 mila euro.

L’indagine è partita da Santo Stefano Belbo, dopo un furto che è avvenuto nell’area monitorata dalla videosorveglianza pubblica; le immagini hanno consentito di rilevare il modus operandi della banda e di individuare i mezzi usati dal gruppo poi riscontrati in altri furti anche nell’Astigiano.

Agivano con una modalità bene precisa e collaudata, con una precisa ripartizione dei ruoli: arrivavano di notte sul luogo scelto per il furto a bordo di due auto e con grandissima velocità portavano via il rame o l’acciaio sia dall’esterno che dall’interno dell’edificio, forzando porte e finestre per entrare. Furti che assomigliavano a raid militari, tanto erano organizzati in un ogni punto ed erano rapidi.

Tre di loro sono ai domiciliari, tre sono sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e altri due denunciati in stato di libertà.

«L’operazione costituisce una sia pur parziale risposta alla crescente preoccupazione della popolazione locale, ed alla correlativa richiesta di incremento della sicurezza scaturente da un fenomeno criminale significativo, quale quello dei furti di rame ed altri materiali cosiddetti “preziosi” – si legge in una nota stampa dei carabinieri in riferimento all’Operazione “Copper” –  È bene, infine, evidenziare come tutti gli odierni indagati debbano considerarsi innocenti sino all’emissione, a loro carico, di una sentenza definitiva di condanna».

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