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Cronaca
Tribunale

Asti, sequestrarono e gettarono dal balcone un ragazzo: condannati due pakistani

Dovevano rispondere di tentato omicidio, sequestro, rapina aggravata, tentata estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

E’ arrivata in poco più di un’ora la decisione del Gup Sparacino del tribunale di Asti nei confronti di Muhammad Naveed e Abdul Wahab, i due cittadini pakistani accusati di aver sequestrato rapinato e gettato un giovane connazionale dal terzo piano di una casa nei pressi di corso Matteotti.

A fronte della richiesta di condanna a 14 anni di reclusione, già comprensivi dello sconto per la scelta del rito abbreviato, formulata dal pm Deodato, il Gup li ha condannati a 9 (Naveed) e 10 anni (Wahab) per tutti i capi di accusa individuati dalla Procura: tentato omicidio, sequestro di persona, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rapina aggravata e tentata estorsione.

Quella che oggi si è conclusa in tribunale ad Asti è una delle vicende più violente che si siano registrate in città negli ultimi tempi.

Hammar, 23 anni, ragazzo pakistano che attraverso la “rotta balcanica” ha tentato la fortuna in Europa, a distanza di un anno da quella terribile notte, ancora non si è ripreso e non riesce a camminare. Porta i segni di un pestaggio selvaggio avvenuto nell’appartamento astigiano dove era stato portato dai due imputati che lo avevano “raccolto” alla frontiera di Ventimiglia a seguito del rimpatrio delle autorità francesi. Non era riuscito a passare in Francia, Hammar, così quando quei due connazionali gli hanno proposto un luogo in cui dormire, ha accettato, insieme ad una compagna di viaggio. Ad Asti il ragazzo e la ragazza erano stati divisi e Hammar era stato portato nell’alloggio che si trova in una traversa di corso Matteotti. Quando, a notte inoltrata, la ragazza gli ha mandato  un messaggio per avvertirlo che le persone li avevano portati ad Asti erano cattive e che avevano tentato di stuprarla, Hammar ha deciso di andarsene da quella casa perché non si sentiva più al sicuro. Da quel momento, l’inferno.

I due pakistani padroni di casa lo hanno chiuso dentro e gli hanno rubato tutti i soldi che aveva con sè. Poi gli hanno sottratto il cellulare e a suon di botte lo volevano convincere a telefonare in patria per farsi inviare 15 mila euro dalla famiglia come riscatto. Il ragazzo non ha ceduto, così, ha raccontato, i due lo hanno afferrato e portato sul balcone, appendendolo a tensta in giù fino a quando hanno mollato la presa e Hammar è precipitato sul marciapiede. Solo un miracolo gli ha salvato la vita anche se ancora oggi, un anno dopo, è gravemente invalido.

L’indagine era partita dalla segnalazione del Pronto Soccorso dove il ragazzo era stato portato a seguito della chiamata anonima di un passante. L’aveva portata avanti la Squadra Mobile della Questura di Asti che era arrivata ad identificare i due aggressori.

Naveed e Wahab, difesi dall’avvocato Jacopo Evangelista, hanno sempre negato tutte le circostanze, dicendo semplicemente che ad un certo punto della notte si sono svegliati e Hammar non era più nella stanza.

Il difensore ha anche chiesto in fase  istruttoria una perizia cinetica in quanto aveva ravvisato delle discrepanze fra il racconto della vittima, parte civile assistito dall’avvocato Claudia Cristofori, e le lesioni riportate. Perizia che non è mai stata accordata.

Il Gup ha anche disposto un risarcimento danni di 200 mila euro per Hammar che non era presente alla lettura della sentenza.

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