Misura di prevenzione
Rientra nelle misure di prevenzione e antimafia il provvedimento di sequestro ai fini della confisca eseguito oggi dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico finanzaria di Asti su richiesta del Procuratore della Repubblica Alberto Perduca.
Si tratta di una vera e propria “aggressione” ai patrimoni di provenienza illecita di tre nomadi della comunità sinta di Asti che hanno numerosi procedimenti pendenti e altri arrivati a condanne definitive per reati come furto, truffa, rapina, falso, intestazione fittizia di beni, ricettazione, appropriazione indebita e riciclaggio.
Spendevano soldi mai dichiarati
In particolare, i tre soggetti e i loro famigliari, conducevano una vita altamente al di sopra delle possibilità rispetto a quanto emergeva quanto dichiarato come redditi. Redditi irrisori, persino insufficienti a soddisfare le esigenze primarie ma grazie ad un software in dotazione alla Guardia di Finanza, denominato “Molecola”, i finanzieri hanno monitorato le movimentazioni economiche e finanziarie in entrata e in uscita rilevando la netta sproporzione fra redditi dichiarati e impiego non giustificato di denaro per svariate centinaia di migliaia di euro.
Sequestrata anche un’azienda
Di qui la richiesta della Procura di Asti accolta dal Tribunale di Torino di porre sotto sequestro due case con annesso garage e un’altra casa abusiva con un terreno nel Comune di Asti oltre ad otto fra automobili e moto, un’azienda commerciale con sede a Torino e quote di partecipazione societaria. Il tutto per un valore complessivo di oltre 400 mila euro.
I tre sinti colpiti dal sequestro avranno la possibilità di fare ricorso e per inizio del prossimo anno il Tribunale di Torino deciderà se procedere alla confisca dei beni sequestrati oggi.