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Asti, sequestrate ville e terreni per 2 milioni e mezzo di euro a un sinti che si presentava come falso carabiniere

Misura di prevenzione che arriva da Pavia. All’indagine ha lavorato anche la Dia di Milano

Dopo gli arresti, l’aggressione al patrimonio

E’ dal 2015 che i carabinieri del Reparto Operativo di Pavia insieme alla Direzione Antimafia di Milano sono alle costole di Alessandro Derossi, nomade sinti astigiano, 58 anni. E’ ritenuto il responsabile di un’associazione a delinquere che “lavorava” nei territori di Pavia, Piacenza, Brescia e Bergamo.

Una banda che aveva un modus operandi consolidato: faceva giri di perlustrazione per scegliere bene le vittime residenti nei quartieri più benestanti delle città e controllava che si trattasse di persone anziane o disabili o comunque appartenenti alle cosiddette “fasce deboli”.

Mostravano distintivi falsi e auto con lampeggianti blu

Alle loro case i malfattori si presentavano come carabinieri mostrando dei falsi tesserini, placche, auto con lampeggianti blu. Un modo per carpire la buona fede delle persone e farsi aprire le ville e gli appartamenti che venivano poi svuotate di denaro contante, gioielli, orologi di pregio ma anche autovetture, armi (regolarmente detenute dai proprietari) e persino computer e altri beni di consumo tecnologici di alto valore.

Nel giugno del 2016, dopo un anno di complessa indagine, i carabinieri arrestarono Derossi e, insieme a lui, altri sei astigiani nell’ambito dell’operazione che era stata denominata “Fake Police”.

Misura di prevenzione patrimoniale

Nei giorni scorsi Derossi, attualmente sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di dimora ad Asti, si è visto notificare una misura di prevenzione patrimoniale disposta dal tribunale di Torino che ha colpito 12 fra case, ville, alloggi, cascine ristrutturate e numerosi terreni fra Asti, Alessandria, Pavia e Finale Ligure per un valore di oltre 2 milioni e mezzo di euro.

Tutto intestato a prestanomi

Nessuno di questi terreni era intestato a lui o direttamente riconducibile perchè comparivano di proprietà di prestanome (alcuni di essi erano parenti), ma le indagini effettuate in collaborazione con Guardia di Finanza hanno consentito di verificare che in realtà erano nella sua totale disponibilità.

E’ stato grazie alla ricostruzione della “biografia criminale” dell’uomo che la Dia di Milano ha appurato che, vista l’inesistenza di una attività lecita e regolare che potesse giustificare un tale valore patrimoniale e che gli atti di acquisto risalgono agli anni contestati nella vicenda Fake Police, quelle ville e quei terreni non potevano che essere il frutto dei furti e delle rapine effettuati ai danni delle malcapitate vittime.

 

 


Dovrà pagare l’affitto di casa sua al curatore

Di qui dunque la misura preventiva che, se Derossi non riuscirà a dimostrare l’acquisto con redditi regolari, prelude alla confisca definitiva.

Nel frattempo, come prevede la legge, lui può continuare ad abitare a casa sua ma dovrà corrispondere un affitto al curatore già nominato per la gestione ordinaria di questi immobili.

Daniela Peira

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