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Cronaca
Polizia Provinciale

Asti, sequestrati ad un bracconiere 34 cappi in acciaio per la caccia di caprioli e cinghiali

Indagine partita da segnalazioni di residenti. Nelle scorse settimane feriti due cani finiti nelle trappole artigianali che fanno morire gli animali fra atroci sofferenze

Un’indagine di polizia giudiziaria che ha portato ad un importante riusltato e che ha avuto come operanti gli agenti del Servizio di vigilanza ambientale della Polizia Provinciale di Asti.

Tutto è partito da una segnalazione arrivata dalle frazioni di Valleandona e Montegrosso Cinaglio, a ridosso della città, in cui, nei boschi,  erano stati trovati lacci in acciaio e cappi sistemati lungo le piste di passaggio degli animali selvatici, prevalentemente cinghiali e caprioli.

Una pratica che non è nuova, perchè nei mesi scorsi ne erano già stati sequestrati dopo che due cani erano rimasti feriti perchè finiti in quelle terribili tagliole.

Ma all’epoca non era stato possibile individuare chi le avesse posizione. Con il ritorno massiccio di questi lacci e dunque con l’aumento notevole della pericolosità di ogni animale anche domestico che durante la passeggiata nel bosco fosse incappato nei lacci, è diventato fondamentale risolvere alla radice il problema.

Così è partita l’indagine, coordinata dal pm Paterno, con il ricorso ad intercettazioni ambientali, attività di osservazione, controllo e pedinamento. Fino all’identificazione di un uomo, extracomunitario residente nella zona, già gravato da precedenti, fortemente sospettato di aver posizionato le trappole.

Sospetti confermati durante la perquisizione a casa sua, nella quale sono stati trovati 34 di questi lacci in acciaio già pronti per essere posizionati oltre ad un ingente quantito di cavi in acciaio di vario diametro (per i diversi tipi di animali selvatici nel mirino) pronti a diventare cappi. Trovati anche altri attrezzi compatibili sia con la cattura degli animali che con il trattamento che ne sarebbe seguito. E’ stata fatta anche una vasta battuta di ricerca nei boschi di Valleandona e Montegrosso per trovare altri 11 lacci già in attesa delle loro prede.

Trovando anche la carcassa di un capriolo morto nei giorni precedenti fra atroci sofferenze.

Per l’uomo è scattata la denuncia per utilizzo di mezzi impropri nell’attività venatoria e maltrattamento di animali.

Soddisfazione per il risultato dell’indagine al Corpo di Vilanza ambientale della Polizia Provinciale che al momento conta su 8 operatori di cui 2 neo assunti. Proprio il contrasto al bracconaggio è una delle numerose attività curate dal Corpo.

Il Presidente della Provincia di Asti Maurizio Rasero e il Consigliere delegato alla caccia Davide Migliasso dichiarano: «Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto con professionalità dal personale dipendente del nostro ente e sensibilizziamo tutti all’assunzione di comportamenti nel pieno rispetto della normativa vigente.»

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