Accusa pesante quella che pende su un uomo di 30 anni, astigiano, comparso ieri mattina in tribunale ad Asti per la prima udienza del processo a porte aperte.
“Tentato omicidio” recita il rinvio a giudizio dove parti offese sono due carabinieri di pattuglia in una sera del giugno scorso.
Tutto è accaduto in una traversa di corso Savona dove una madre, disperata, ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine perché il figlio, fortemente dipendente dalla cocaina e dal crack, da una settimana non usciva dalla sua camera, perennemente sotto l’effetto degli stupefacenti al punto di volersi togliere la vita gettandosi dal balcone. Non riuscendo a trattenerlo da sola, la donna ha chiesto l’aiuto dei carabinieri che, intervenuti, lo hanno bloccato. Ma il ragazzo, sempre in preda alle droghe, ha opposto una forte resistenza e, appena ha visto gli uomini in uniforme, ha dato in escandescenze, mettendo a repentaglio non solo più la sua, ma anche la vita dei due militari di pattuglia. Ne è nata una colluttazione durante la quale si è rotto un vaso di coccio che la padrona di casa teneva sul balcone. A quel punto, si legge nel capo d’accusa, il tossicopendente ha impugnato un coccio appuntito e utilizzandolo come lama, lo ha usato contro i carabinieri, ferendoli entrambi. Ma è contro uno di loro che lo ha lanciato mirando al collo. Per fortuna il militare si è scansato in tempo riportando una lesione ma proteggendo la carotide. Di qui l’accusa di tentato omicidio.
Il ragazzo è stato arrestato e, dopo qualche settimana di carcere, ravvisato il suo alto grado di dipendenza da droghe, è stato inviato agli arresti domiciliari in una clinica specializzata nella cura di tossicodipendenti. Già al primo interrogatorio, assistito dall’avvocato Denise Laforè, si è dichiarato pentito della resistenza ai carabinieri, sostenendo che non era in sè a causa della droga. Ma ha fermamente negato la volontà di volerli uccidere, sostenendo di non essersi neanche accorto della rottura del vaso. La famiglia ha risarcito i due carabinieri che hanno ritirato la querela e non si sono costituiti parte civile.
(Foto da repertorio web)