Accuse gravissime, di quelle che da tempo non si vedevano messe nere su bianco su una richiesta di rinvio a giudizio che è pervenuta nelle settimane scorse al tribunale di Asti e che è stata discussa mercoledì.
Imputato un operaio di 47 anni che dal giorno successivo alla denuncia della ex convivente, vive a San Damiano e non può avvicinare nè la donna nè, soprattutto, la figlia di lei, adolescente ancora minorenne.
L’uomo, assistito dall’avvocato Luigi Florio, deve difendersi dall’accusa di aver usato violenza sessuale nei confronti della ragazzina, quando, insieme alla madre, vivevano tutti insieme.
Non è il padre biologico della ragazza, ma per qualche tempo era stato legato sentimentalmente alla madre e poi erano andati a vivere tutti insieme.
E’ nella casa che condividevano che si sarebbero verificati i gravissimi episodi denunciati dalla ragazzina.
Due i profili di accuse.
Da una parte quelle riguardanti i maltrattamenti della ragazza che veniva, sempre secondo le accuse, regolarmente mortificata con insulti ed apprezzamenti molto pesanti, sia sul fronte fisico che psicologico. Arrivando, in più occasioni, ad augurarle un cancro come era capitato per la madre.
Quando la coppia litigava e la figlia interveniva per mettere pace, l’uomo le gridava contro e minacciava sia di darle un pugno che di metterla fuori casa insieme alla madre.
Altre minacce erano riferite ad una eventuale denuncia ai carabinieri prospettata dalla convivente quando le litigate viravano in direzioni particolarmente violente.
L’altro profilo, come se non bastasse quello dei maltrattamenti, è quello che riguarda la violenza sessuale.
Spesso iniziava con apprezzamenti sul fisico della ragazzina (che, all’epoca dei fatti aveva solo 14 anni) poi proseguiva con mani appoggiate dove non doveva per terminare con la violenza.
Il tutto in un momento di particolare fragilità della giovane vittima.
Infatti stava già vivendo un’altra situazione di violenza nei suoi confronti.
Non fisica, ma social, a causa di un reiterato stalking da parte di alcune persone che la tormentavano online.
La ragazza era molto spaventata e aveva confidato la sua angoscia al compagno della madre il quale, invece di aiutarla, secondo la denuncia ne avrebbe approfittato.
L’avvocato Florio ha ottenuto per lui un processo secondo rito abbreviato condizionato alla testimonianza del datore di lavoro dell’imputato e alla presentazione di una serie di certificati medici.
«Riteniamo di avere elementi per dimostrare l’infondatezza delle accuse, soprattutto in riferimento alla violenza sessuale». L’imputato ha sempre negato tutto.
Parte civile a processo sia la ragazzina e la madre, sia l’associazione Mai Più Sole che si occupa di tutela di donne vittime di maltrattamenti e violenza. L’udienza riprenderà a dicembre.