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Cronaca
Il caso

Asti, «Sotto processo per un palese errore di persona, chiedo giustizia»

Un battagliero uomo di 81 anni che chiede alla Procura di sgombrare ogni dubbio sulla sua responsabilità.

«Sono stato indagato per un palese errore di persona e non mi basta la richiesta di archiviazione che la Procura della Repubblica ha proposto al gip. Io voglio che sia chiarito a tutti la mia totale estraneità all’aggressione che mi è stata imputata».
A parlare è un battagliero 81enne di Villanova d’Asti, Giancarlo Molino, pronto a tutto per dissipare anche ogni minima ombra su di sé, sulla sua reputazione e sulla sua vita mai sfiorata prima da accuse di violenza.
Tutto è cominciato quando, in primavera, ha ricevuto l’invito ad eleggere domicilio e a nominare un avvocato perché sotto indagine. Mai sentito da nessuno, nel settembre scorso il suo legale, Alberto Bongiovanni di Chieri, riceve la notifica della richiesta di archiviazione del procedimento aperto a carico di Molino che può così scoprire perché era stato indagato.
Una donna che vive accanto ad una casa ereditata dalla famiglia di Molino nell’Albese, nell’aprile del 2023, aveva sporto denuncia affermando di essere stata aggredita a colpi di stampelle da un uomo anziano per annose ragioni di confine fra le due proprietà. Ed era partita l’indagine a carico di Molino.
«Tanto per iniziare avevo rinunciato alla mia quota di proprietà di quell’immobile almeno un anno prima e dunque non avevo né motivo né diritto di trovarmi lì. Ma, la cosa più importante, è che io non ho mai aggredito quella donna, non mi trovavo in quel posto e non corrispondo alla descrizione della donna perché, grazie al cielo, cammino ancora benissimo e non uso la stampella come indicato in denuncia. Insieme ad altri elementi, appare palese che ci sia stato uno scambio di persona e io sia finito sotto indagine per un errore di identificazione».
Errore di persona che Molino chiede venga riconosciuto anche negli atti giudiziari. Perché se è vero che lo stesso pm ha chiesto l’archiviazione del caso, è la motivazione che ha “scandalizzato” Molino.
«La Procura chiede che si archivi non perché non sono stato io ad aggredire quella donna, ma perché la condotta è stata frutto di un momento di rabbia e dell’età avanzata che può aver influito sui miei impulsi emotivi. A questo poi si aggiungono l’esiguità dei danni subiti dalla persona offesa e la mia incensuratezza. Di qui la conclusione di archiviare perché si tratta di un fatto di tenue entità».
Parole che hanno ferito Molino più dell’errore di persona.
«Io non sono un vecchio rimbambito che non sa controllare i suoi impulsi. Sono una persona perbene, lucido e consapevole, ancora in possesso di un ottimo grado di controllo che non ha messo le mani addosso a nessuno in tutta la sua vita. Meno che mai addosso ad una donna». Così ha dato incarico all’avvocato Bongiovanni di presentare opposizione all’archiviazione.
«Voglio un’archiviazione per non aver commesso il fatto. Una formula che cancelli ogni remoto dubbio sulla mia eventuale responsabilità. E non mi fermerò fino a quando non verrà sancito dalla giustizia che vi è stato un errore di persona».

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