Non gli è bastato dichiarare che l’attività di spaccio era dettata dai suoi debiti con l’Agenzia delle Entrate: Agim Kajno, 64 anni è stato condannato nei giorni scorsi a 4 anni e 4 mesi, al termine del rito abbreviato per quel chilo di cocaina che la Squadra Mobile gli aveva trovato sul comò di casa.
A lui gli investigatori erano arrivati seguendo le tracce dello spaccio al minuto ai giardini pubblici di viale alla Vittoria e quelli Alganon. Dai “galoppini” che vendevano le dosi su piazza erano risaliti a lui, già con precedenti specifici, e i poliziotti lo avevano messo sotto stretta osservazione. Fino a quando lo videro arrivare con un borsone sospetto e decisero di fare irruzione approfittando di un momento in cui era solo in casa.
Il pacco con la cocaina era in bella vista sul comò della camera da letto.
Va detto che Kajno non ha mai tentato di negare. Anzi, ha subito ammesso che la droga apparteneva a lui ma ha anche spiegato, appunto, che era “costretto” a spacciare per pagare i debiti con l’Agenzia delle Entrate.
Difeso dall’avvocato Florio, doveva rispondere anche di un altro reato, quello di resistenza a pubblico ufficiale: si era scagliato contro gli investigatori che si erano presentati a casa ma ha sempre spiegato che non aveva capito si trattasse di poliziotti e temeva che fossero dei “concorrenti” che si spacciavano per poliziotti per portargli via la cocaina. A pesare sul minimo della pena inflitto, anche un suo gesto: una donazione alla Fondazione Astigiana per la Salute del Territorio come forma di risarcimento alla comunità intera a fronte del suo reato.