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Cronaca

Asti, suore francescane truffate con la falsa promessa di contributi

Danno di poco più di 3 mila euro. Decine gli istituti religiosi e le scuole contattate dai falsi funzionari o direttori di banca. Coinvolto anche un call center

Indagine dei carabinieri di Torino

C’è anche una comunità religiosa astigiana vittima della sofisticata truffa messa in piedi da un’organizzazione criminale sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Torino.

Si tratta dell’Istituto religioso Suore Francescane Angeline con sede in via Zangrandi.

La telefonata di un falso funzionario

Loro come  decine di altri istituti religiosi ma anche parrocchie, asili nido, scuole, hanno ricevuto una telefonata da parte di componenti della banda che si qualificavano come funzionari comunali o direttori di banca. La telefonata informava (falsamente) che era stato destinato un contributo comunale o regionale all’istituto religioso ma che, per un errore burocratico, era stato quantificato in misura maggiore di quanto realmente spettante. Per non rischiare di perdere l’intero contributo oppure, peggio, di doversi trovare in futuro a pagare una multa salata, il sedicente funzionario o direttore di banca suggeriva di versare la differenza “non dovuta” per avere diritto al contributo esatto e non avere grane in seguito.

La differenza versata su Poste Pay

I versamenti andavano fatti su carte Poste Pay ed erano di cifre variabili dai 500 ai 23 mila euro. Va da sé che era tutto falso, non era stato assegnato alcun contributo e le Poste Pay erano riconducibili ad alcuni prestanome dell’organizzazione che venivano tacitati con un compenso percentuale sulle somme che venivano incassate dal gruppo criminale.

Le ignare vittime versavano la somma richiesta ma non ottenevano mai il contributo promesso perché inesistente.

Coinvolti anche promoter e call center

E’ durata quasi un anno l’indagine della Compagnia Torino Oltre Dora ma alla fine i carabinieri hanno smascherato l’ingegnosa rete criminale che aveva, al suo interno, anche promoter e call center che avevano il compito di selezionare le vittime e contattarle in tutta Italia.

Gli arrestati

In tutto sono 9 gli indagati per associazione a delinquere finalizzata alle truffe aggravate, dei quali tre in carcere (Luigi Antonaci, 32 anni di Cosenza, Gianfranco Jacopo Cardone 30 anni di Torino e Mirko Cicirello, 27 anni di Vado Ligure)  e 6 a piede libero ma con obbligo di presentazione alla pg.

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