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Asti: tentato omicidio, estorsioni, rapina, droga, armi: chi sono i 12 arrestati dai carabinieri

E’ il seguito di Barbarossa. Molti episodi ruotano intorno alla famiglia Lo Porto. Fra gli arrestati anche Francesco Belfiore, fratello minore dell’uomo condannato per l’omicidio del procuratore Bruno Caccia

Sono stati resi noti i nomi dei 12 arrestati questa mattina dai carabinieri di Asti che hanno eseguito le ordinanze non solo nella nostra provincia ma anche a Palermo, Rovigo, Pisa e Cuneo in quanto in alcuni casi si è trattato di una notifica in carcere di persone già pregiudicate per altri fatti.

Sono Francesco Belfiore, 50 anni, Armando Bonanno, 29 anni, Ignazio Giovane di 49 anni, Patrik La Comare di 39 anni, Valerio Pillitteri di 34 anni, Giastin Stentardo 38 anni, Stefano Valfusi 46 anni, Claudio Roberto Arduini 48 anni, Angelo Bufalino 61 anni, Gabriele Frigoli 68 anni, Carlo Lucca di 56 anni e Franco Vacchina di 62 anni.

In realtà le ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip di Asti su richiesta della Procura sarebbero una in più ma vista la latitanza dell’indagato non è ancora stato possibile arrestarlo.

Un’operazione che tocca due mondi già conosciuti dalle cronache locali: da una parte l’articolazione astigiana della ‘ndrangheta calabrese sviscerata con l’inchiesta Barbarossa che ha portato solo poche settimane fa ad una condanna definitiva per la maggior parte degli imputati. Fra gli arrestati, infatti, Francesco Belfiore è un appartenente alla storica famiglia originaria di Gioiosa Jonica che si è insediata a Torino e il cui fratello maggiore Domenico è stato condannato in via definitiva per l’omicidio del Procuratore di Torino Bruno Caccia.

Dall’altra la crescente affermazione, come sottolinea la Procura in una nota stampa, della famiglia Lo Porto i cui componenti sono stati al centro di importanti accuse. Solo di pochi giorni fa la chiusura in Cassazione del processo per usura ed estorsioni che ha visto la conferma della loro condanna ma anche l’irreperibilità di Emanuele Lo Porto.

Numerosi i reati contestati, fra il 2017 e il 2020: dal tentato omicidio di un pregiudicato albanese commesso ad Asti nell’ottobre del 2017 a numerosi episodi di detenizone e porto abusivo di armi da fuoco spesso usate per minacciare E poi l’incendio di un’auto come ritorsione avvenuta a Praia nel novembre del 2018 e due episodi di estorsione per recuperare crediti da imprenditori astigiani. Non manca il fronte stupefacenti con numerosi episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

E poi le rapine. Tutte avvenute fuori dalla provincia di Asti ma con modalità estremamente violente: nell’ottobre del 2018 a Santo Stefano Belbo ai danni della famiglia Santero in cui i rapinatori si erano presentati come poliziotti per farsi aprire e avevano depredato la cassaforte di denaro, orologi e monili. Pochi giorni dopo la rapina a Bosio, in provincia di Alessandria, in cui i rapinatori, questa volta si erano presentati come carabinieri, con tanto di placca al collo e anche qui erano riusciti a portar via un ingente bottino per finre nel dicembre del 2019 ad Alba, terza rapina con stesse modalità.

Per qualcuno l’ordinanza ha disposto la carcerazione, per altri gli arresti domiciliari.

 

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