L’ha raggiunta in una discoteca della città dove stava ballando con alcune amiche, l’ha afferrata per i capelli, l’ha gettata a terra e le ha strappato la borsetta portandosela via; solo grazie all’intervento di un amico comune per la donna è stato possibile rientrare in possesso di documenti, chiavi e cellulare. Scoprendo, peraltro, che il suo ex, nel tempo in cui aveva la sua borsetta, aveva controllato i messaggi ricevuti sul cellulare e mandato un messaggio minaccioso ad un amico con il quale aveva scambiato delle confidenze.
E’ solo uno degli episodi contestati a un uomo, L. C. condannato nei giorni scorsi a 2 anni di reclusione e al pagamento di 5 mila euro di danni all’ex compagna dalla quale ha avuto un figlio oggi ancora minorenne.
Gli altri episodi per i quali è stato condannato hanno riguardato insulti pesanti ma anche schiaffi in faccia e pugni per motivi stupidi e insignificanti.
In un caso, poi, pur avendo amici in casa, l’ha insultata in loro presenza e l’ha sbattuta contro il muro, tanto che uno degli invitati è intervenuto per salvare la donna e calmare l’imputato il quale, nel frattempo, minacciava di buttarsi dalla finestra.
In un altro caso l’aggressione nei confronti della ex compagna è avvenuta in pieno giorno in piazza, dove la donna aveva portato il figlio alle giostre.
Anche in quel caso la furia dell’uomo si è abbattuta su di lei e, dopo una violenta lite, l’ha sbattuta sul cofano dell’auto. La donna, in quel caso, è riuscita a divincolarsi e ad infilarsi in auto per andare a denunciare tutto ai carabinieri.
C’è ancora un episodio nelle carte processuali che hanno portato alla condanna dell’uomo. Una sera la compagna gli aveva chiesto di badare al figlioletto e all’insolita accondiscendenza con la quale lui aveva accettato, si è preoccupata. La donna invece di presentarsi all’appuntamento preso, è rimasta nei paraggi di casa ed è rientrata ben prima del previsto trovando il piccolo ancora sveglio davanti alla tv e, in casa, un nutrito gruppo di amici del compagno con svariate bottiglie di alcolici sul tavolo, si legge nelle accuse. Al processo, in cui l’imputato era difeso dall’avvocato Preti, la donna era costituita parte civile con l’avvocato Luigi Florio che alla lettura della sentenza ha commentato: «Con questa condanna viene a compimento in primo grado un processo su una vicenda familiare particolarmente travagliata. Una situazione che era diventata insostenibile sia per la compagna che per il figlio». Non è la prima condanna per l’imputato: sempre per reati legati alla convivenza tormentata è già stato condannato in via definitiva ad 1 anno per stalking e in primo grado a 4 mesi per inottemperanza del divieto di avvicinamento.