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Cronaca

Asti: troppo poche le ambulanze per i soccorsi d’urgenza

E nella riassegnazione, la parte del leone la fa Alessandria. La protesta di Gabusi che aveva già chiesto, con i sindaci, chiarimenti all’assessore Saitta

Ripartite le quote fra Asti e Alessandria

Alla vigilia della presentazione delle linee strategiche aziendali dell’Asl di Asti che si terrà lunedì prossimo, dalla Provincia di Asti arriva una dura presa di posizione che sembra andare in senso opposto.

Si parla di un servizio fondamentale per la cittadinanza, ovvero il trasporto sanitario d’urgenza, quello delle ambulanze quando qualcuno sta male e ha bisogno di essere soccorso, tanto per intenderci.

Ebbene, agli inizi di dicembre, la conferenza dei sindaci dell’Asl di Asti è stata convocata per affrontare il tema del nuovo bando per l’affidamento dei trasporti sanitari d’urgenza. Analizzando numeri che penalizzano fortemente la nostra provincia, ormai “trattata” in tandem con la vicina provincia di Alessandria.

Alessandria ha tre volte tanto di ambulanze e 5 ospedali

«Nella parte alessandrina, che consta di 444 mila abitanti, sono attivi 5 ospedali e 16 ambulanze convenzionate per le urgenze mentre per quanto riguarda la provincia astigiana – scrive Gabusi – con la metà degli abitanti, circa 200 mila, vi è un solo presidio ospedaliero nel capoluogo e 6 ambulanze delle quali solo 3 con medico a bordo. La beffa – scrive ancora Gabusi – è che è stata deliberata anche una nuova automedica ma destinata alla sede di Alessandria».

I sindaci avevano chiesto un incontro con l’assessore Saitta per ridiscutere o almeno ottenere spiegazioni convincenti di questa distribuzione, ma, dice Gabusi, non è pervenuta alcuna risposta.

Da noi tragitto più lungo in codice rosso

«Non serve un matematico per capire come le proporzioni non siano corrette, soprattutto di come sia molto più lungo il tragitto che deve fare un codice rosso sul nostro territorio mettendo a rischio la sua vita, visto che abbiamo un solo ospedale – specifica ancora il nostro presidente della Provincia – Non vogliamo che vengano ridotti i servizi agli amici alessandrini, ma che l’Astigiano sia trattato con la stessa dignità perchè stiamo parlando di vite umane da salvare».

Il bando cui si riferisce Gabusi è frutto di un accordo regionale messo a punto ad un tavolo di lavoro che è durato per circa 2 anni. «Nessun sindaco astigiano è mai stato convocato, nè tantomeno la Croce Rossa o la Croce Verde che operano sul campo e che avrebbero saputo evidenziare le criticità».

 

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