Truffavano alle slot
Alcune sere fa, gli agenti delle Volanti della polizia sono intervenuti in una sala giochi della zona est della città perché il titolare, controllando le immagini delle telecamere del sistema di videosorveglianza, aveva notato la presenza di due individui all’interno dei locali che stavano armeggiando su alcune slot machine con qualche marchingegno elettronico. Giunti velocemente sul posto, gli agenti prendevano contatti con il titolare che indicava i due giocatori, che venivano prontamente individuati e identificati. Si trattava di due uomini di origini albanesi, di 25 e 40 anni. «Dai primi controlli all’interno della sala, gli operatori hanno scoperto che sotto ad uno dei sediolini utilizzati dai due giocatori era stato occultato un telefono cellulare al quale era collegato un connettore con presa scart ed usb, connesso ad una delle VLT, il cui utilizzo era finalizzato alla conoscenza dell’erogazione dei cicli di vincite delle slot machines – spiegano dagli uffici della Questura – Sulla scorta di quanto emerso, i due venivano sottoposti a perquisizione personate: all’interno del borsello di uno dei due sono stati trovati connettori bianchi e neri, due cavi usb, una pennetta usb da 8 giga, un cacciavite privo di punta e, nella tasca dei suoi pantaloni, la somma di circa 950 euro in contanti; mentre l’altro giocatore aveva la somma di 70 euro».
I poliziotti li hanno accompagnati negli uffici della Questura, dove sono stati sottoposti a rilievi fotodattiloscopici e successivamente indagati per truffa in concorso. «Dalla successiva attività di indagine – aggiunge la Questura – è emerso che il “marchingegno elettronico” usato dai due veniva impiegato, come documentato negli oltre 70 appositi screenshot presenti all’interno della memoria del telefonino rinvenuto (screenshot peraltro anche risalenti agli anni 2018 e 2019), al fine di individuare le macchine che più facilmente avrebbero potuto erogare vincite di denaro».