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Cronaca
Tribunale

Asti, tutti assolti per i finti matrimoni fra marocchini e italiane

Dieci unioni civili in cui alle spose erano stati promessi 5 mila euro in cambio del loro “sì” per far ottenere il permesso di soggiorno ai mariti stranieri

Saranno note fra 90 giorni le ragioni che hanno portato il gip Belli ad assolvere i 25 imputati del processo sui dieci matrimoni di interesse celebrati ad Asti al solo scopo di regolarizzare cittadini stranieri che non avrebbero avuta altra chance per un permesso di soggiorno in Italia.

Un processo risalente nel tempo, fra il 2014 e il 2015, quindi in odor di prescrizione, che ha visto un’importante organizzazione logistica e burocratica al vertice della quale vi erano due fratelli italiani, residenti ad Asti, accusati, insieme ad un altro italiano e a due marocchini, di associazione a delinquere.

Nel capo di imputazione sono molto chiare le accuse loro rivolte: avrebbero messo su un sistema che aveva un doppio canale. Da una parte contattavano cittadini italiani, prevalentemente donne (ma c’è anche il caso in cui lo sposo è italiano e la sposa marocchina), cui proponevano matrimoni fittizi con cittadini stranieri a fronte di un compenso di 5 mila euro. Dall’altra cercavano cittadini extracomunitari, prevalentemente marocchini, disposti a pagare pur di avere il permesso di soggiorno italiano e, una volta ottenuti i soldi, si attivavano per accompagnarli nel percorso burocratico per avere tutti i documenti, a volte facendosi anche carico dell’organizzazione del viaggio in Marocco per il matrimonio e altre volte falsificando le attestazioni necessarie per la normativa vigente.

In particolare, venivano falsificate le buste paga delle mogli italiane chiamate a dimostrare di poter mantenere il marito marocchino. Buste paga tutte intestate ad una stessa ditta di Cortandone le cui indagini hanno appurato che invece non avesse mai avuto alle sue dipendenze quelle giovani donne.

L’organizzazione forniva anche i testimoni, due cittadini marocchini, sempre gli stessi, che compaiono in tutti e dieci i matrimoni contratti con il rito civile.

Per un po’ nessuno si è accorto della falsità della documentazione e dell’interesse che vi era dietro i matrimoni, tanto che gli “sposi” marocchini avevano ottenuto il permesso di soggiorno in Italia proprio grazie alle documentazioni di “presa in carico” delle mogli italiane.

Quando è venuto fuori che si trattava di  matrimoni di interesse, sono stati tutti rinviati a giudizio: sia i componenti del gruppo che aveva organizzato le unioni, sia le coppie di sposi difesi dagli avvocati Bona, Gambino, Furlanetto e Testa.

Ieri mattina tutti erano presenti davanti al gip Belli e qualcuno ha chiesto l’abbreviato, mentre gli altri hanno atteso la decisione di rinvio a giudizio o proscioglimento.

Il pm Paone ha chiesto una condanna ad oltre 2 anni per gli imputati di associazione a delinquere e il processo per tutti gli altri, ma il gip ha disposto diversamente: assoluzione per chi aveva già discusso il rito abbreviato e “non doversi procedere” per tutti gli altri, ovvero le coppie di sposi, con la formula “il fatto non sussiste”.

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