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Cronaca
Polizia di Stato

Asti, ubriaco in Pronto Soccorso aggredisce medici e guardia giurata

Parla il rappresentante sindacale delle guardie giurate Filcams Cgil: «Siamo stufi di essere un bersaglio ad ogni turno».

Nonostante le misure di sicurezza prese dalla Direzione e le telecamere intelligenti di cui è dotato il Pronto Soccorso, nel primo pomeriggio di venerdì si è verificata di nuovo un’aggressione che ha messo paura ai sanitari di turno e ai pazienti ini cura.

Tutto è iniziato in viale alla Vittoria dove alcuni passanti avevano segnalato la presenza di un cittadino di origine maghrebina che, ubriaco, stava dando fastidio. Sul posto sono intervenute  le Volanti della Questura che non hanno neppure avuto bisogno di identificarlo, tante sono le volte in cui poliziotti e carabinieri lo hanno intercettato in giro per la città, fermato e denunciato per episodi di violenza quasi sempre dettati dal suo stato di ubriachezza. Tanto che a suo carico è stato dettato un provvedimento che gli vieta di entrare in negozio ed esercizi commerciali proprio a causa del suo approccio molesto.

Venerdì l’uomo è stato portato in Pronto Soccorso, dato il suo stato “al limite” ma lì, nonostante la presenza delle forze dell’ordine e della guardia giurata interna, non si è calmato. Si trovava già nei locali del Pronto Soccorso, fra i lettini in cui si trovavano gli altri pazienti in cura quando si è nuovamente “acceso” e ha aggredito inizialmente i sanitari che si stavano prendendo cura di lui. Poi, all’avvicinarsi della guardia giurata, le si è scagliato contro colpendola e procurandole delle lesioni. A quel punto è stato ammanettato dai poliziotti che erano ancora nella zona del Pronto Soccorso ed è stato portato in Questura dove è stato arrestato prima del trasferimento in carcere.

L’intervento tempestivo di guardia giurata e poliziotti delle Volanti ha consentito di contenere l’aggressione prima che degenerasse ma è segno della violenza che spesso coinvolge il “primo fronte” ospedaliero, quello del Pronto Soccorso.

«Questa persona arriva in Pronto Soccorso ubriaco almeno due o tre volte la settimana, a volte anche tutti i giorni – racconta una guardia giurata in servizio in ospedale e rappresentante sindacale per la Filcams Cgil – Solo qualche giorno prima dell’aggressione di venerdì aveva già minacciato pesantemente un collega. Siamo davvero stufi di questa situazione perché ogni volta che entriamo in ospedale con la divisa per il nostro turno, ci sentiamo un bersaglio cucito addosso. Non passa turno che non ci siano insulti e minacce. Quando va bene. Perché poi ci sono gli episodi di aggressone come l’ultima di cui stiamo parlando».

Lui stesso, appena una settimana fa, per aver detto ad una famiglia, durante un giorno di pioggia,  che non potevano più usare il Pronto Soccorso come “scorciatoia” per entrare in ospedale, si è sentito dire a pochi centimetri dagli occhi: «Se ti trovo in giro senza divisa ti ammazzo».

Attualmente le guardie giurate in servizio in ospedale sono due per la notte e uno per i turni di giorno.

«Da tempo come sindacato chiediamo che sia almeno raddoppiata la presenza anche di giorno perché in Pronto Soccorso, ma anche negli altri reparti, le aggressioni e le violenze avvengono ad ogni ora. Ne è prova quella di venerdì, avvenuta intorno alle 14. Il Cardinal Massaia è molto grande e dispersivo e una sola guardia non riesce a coprire tutto. Si tenga conto che in un turno di 8 ore, oltre alle minacce a noi, dobbiamo mediamente intervenire per almeno una minaccia a qualche medico o infermiere. E spesso è il personale di Pediatria che deve fare i conti con genitori che trasformano la preoccupazione per la salute dei figli in violenza contro chi deve occuparsene».

Il rappresentante sindacale riconosce i passi in avanti fatti dalla Direzione in tema di sicurezza ma presuppone sempre un intervento esterno delle forze dell’ordine. «Per quanto facciano in fretta – conclude la guardia giurata – quando si aspetta che arrivino i minuti sono eterni e il rischio altissimo. Un rischio che non è assolutamente commisurato al nostro stipendio».

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