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Cronaca
Il caso

Asti: «Vogliamo scoprire chi imbratta sempre la nostra tomba di famiglia»

Continui gesti vandalici: macchie con vernice spray, escrementi, fiori calpestati, vasi rotti e gettati via. L’appello

Da pochi giorni è passato Ognissanti, il momento dell’anno in cui si ricordano i defunti nei cimiteri di paese e città. Ma c’è una famiglia che invece, da molto tempo ormai, deve difendere la propria tomba e le lapidi dei propri cari da atti vandalici di grande sfregio alla memoria di chi vi è sepolto.
Per ragioni di privacy legate a membri della famiglia in età avazata, non faremo il nome della famiglia, ma del cimitero sì. E’ quello piccolo di Migliandolo, frazione di Portacomaro, paese di origine della famiglia e dove ancora oggi vivono alcuni parenti.
«Ci rivolgiamo al giornale per rendere noti fatti che stanno accadendo nel silenzio totale, confidando in un pronto intervento della giustizia – spiega il figlio dell’ultimo defunto sepolto nella tomba presa di mira dai vandali – perchè quando si arriva a non avere più nemmeno il rispetto per i morti, allora bisogna fare di tutto per fermare questa o queste persone».
Da tempo la famiglia subisce vilipendio alla tomba, con gravi ripercussioni sia materiali che morali.
«L’elenco dei vandalismi – prosegue l’uomo, stimato professionista – è molto lungo. Posso riferire quelli più ricorrenti e anche più gravi. Parlo di imbrattamenti del marmo delle lapidi e della soglia con vernici colorate e indelebili ma anche, ultimamente, con escrementi. Lì ci sono sepolti mio fratello e mio padre. Immaginate cosa possa significare per me e mia madre recarci al cimitero e dover ripulire dalle feci le lapidi delle due persone a noi più care».
Con un disagio in più. Proprio a seguito di uno degli imbrattamenti con vernice avvenuto a settembre, le lastre di marmo (quella del fratello e quella del loculo sottostante ancora vuoto) sono state rimosse per una pulizia profonda. Nel frattempo è mancato il padre che, tumulato nel loculo sotto quello del figlio, ancora non ha la lapide perchè sotto la cura di chi la sta riportando all’onor del mondo.
«Non parliamo poi di fiori strappati, gettati, di vasi spariti o rotti. Avevamo fatto realizzare un vaso grande di marmo e lo abbiamo trovato rotto gettato nella riva vicino al cimitero. Persino i fiori portati al funerale di mio padre sono stati presi di mira, calpestati poche ore dopo la tumulazione. Non siamo padroni di portare nulla sulla nostra tomba, nè lumini nè altro perchè sappiamo che nel giro di qualche giorno vengono distrutti».
Ogni volta che qualcuno del paese va al cimitero torna a casa e avverte la famiglia di un dispetto nuovo.
«C’è una telecamera all’ingresso del cimitero ma copre solo l’area dell’entrata, non arriva a registrare le immagini fino alla nostra tomba. E noi non sappiamo più come fare per fermare questa persona o queste persone. Nessuno, finora, ci ha riferito di aver assistito agli atti vandalici ma è anche comprensibile perchè si tratta di un cimitero piccolo, aperto tutto il giorno, senza un grande via vai di persone».
Oltre alla soglia di sopportazione per questi continui atti di vilipendio contro i loculi dei propri defunti, la famiglia è anche preoccupata perchè ha ricevuto minacce serie di altro tipo. Queste ultime, come le denunce per il cimitero, sono state tutte formalizzate in denunce presentate ai carabinieri.
«Speriamo che qualcuno intervenga, perchè gli episodi sono sempre più ravvicinati e sempre più aggressivi. Abbiamo timore».

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