Una distrazione che gli è costata una condanna a 6 mesi. Comunque meglio di quanto ha rischiato: ovvero la condanna oltre al risarcimento di oltre 300 mila euro
Una distrazione che gli è costata una condanna a 6 mesi. Comunque meglio di quanto ha rischiato: ovvero la condanna oltre al risarcimento di oltre 300 mila euro. Si è chiusa mercoledì in primo grado ad Asti la vicenda giudiziaria che vedeva imputato Dario Careglio, ex presidente del Collegio dei Sindaci dell’Atc negli ultimi anni di gestione Santoro, l’ex direttore amministrativo che ha distratto poco meno di 10 milioni di euro dalle casse dell’ente che si occupa delle case popolari in provincia di Asti.
A Careglio era contestato il fatto di non essersi accorto di un resoconto contabile di movimentazione di alcuni conti alla Cassa di Risparmio di Asti con una carta di credito intestata all’Atc ma in uso esclusivo a Santoro e la cui emissione non era mai stata autorizzata dal consiglio di amministrazione. Prelievi e pagamenti fatti con quella carta sono tutti rientrati, infatti, fra quelli contestati all’ex direttore per uso strettamente personale. Nel 2011 la presenza di quella carta era segnalata in un estratto inviato a Careglio quale presidente del Collegio dei sindaci, ma lui non ha notato alcuna anomalia. Al processo, assistito dall’avvocato Renata Broda, ha sempre sostenuto di non essersi accorto della carta di credito perchè insieme a numerose altre operazioni di conto.
L’accusa originale era quella di concorso in peculato: in caso di condanna sarebbe stato tenuto a risarcire, in solido con Santoro, circa 300 mila euro, ovvero la somma di denaro che l’ex direttore spese con quella carta di credito da quando Careglio aveva avuto la possibilità di venirne a conoscenza fino alla scoperta degli ammanchi. Alla fine, invece, gli è stato contestato il reato di farlse informazioni rese al pm in quanto, nei primi interrogatori, non ricordandosi di quella mail, disse di non sapere nulla di quella carta di credito. Il suo avvocato ha già annunciato il ricorso in Appello.
d.p.