Un anno fa si era classificato al sesto posto, su oltre 300 concorrenti, agli europei. Poche settimane fa ha bissato il successo in una specialissima e prestigiosa competizione: il Campionato mondiale
Un anno fa si era classificato al sesto posto, su oltre 300 concorrenti, agli europei. Poche settimane fa ha bissato il successo in una specialissima e prestigiosa competizione: il Campionato mondiale della pizza. Sebastiano Balestrieri, 22 anni, famiglia di pizzaioli da almeno tre generazioni, ha conquistato uno strepitoso 17° posto alla gara internazionale che, a Parma, ha messo di fronte i migliori chef della pizza del mondo. Oltre 400 i partecipanti, arrivati da ogni angolo del pianeta: italiani, immigrati che hanno dato lustro al preparato napoletano in giro per il globo, manipolatori di pasta&intingoli provenienti da America, Africa, Europa, Asia a conferma, ancora ce ne fosse bisogno, che la pizza è ricetta universale.
Giornata speciale, specialissima, quella vissuta da Sebastiano e dallo zio Giuseppe, suo mentore e maestro. Raccontano, come si descrive una bella storia avventurosa assaporata intensamente con la nonchalance che li contraddistingue. «Siamo partiti prestissimo, in macchina, tanto da dimenticare casacca e berrettino che, poi, abbiamo acquistato sul posto».
Arrivati a Parma, al Palafiere, mentre aspettavano il proprio turno locchio clinico di Giuseppe è caduto subito sul lavoro di un collega. «Questa pizza è troppo piccola, deve avere almeno il diametro di 22 centimetri» ha sentenziato ad un vicino di banco, che lo guarda incuriosito. E il loro turno, Balestrieri, forno tre. E chi trovano di fronte? Il signore al quale il pizzaiolo canellese aveva sollevato la critica sul diametro del manufatto qualche minuto prima. Scoprendo, divertiti, che lignoto è un giudice. «Ma la mia lho detta, perbacco!». Sebastiano tira limpasto, lo guarnisce, inforna, scruta la cottura, sforna e porge ai giudici che, impassibili, guardano, valutano, assaggiano. E scrivono il voto. A fine giornata il verdetto: diciassettesimi a pari merito con 588 voti. Un successo. «Sì, un successo se si pensa che eravamo in quattrocento spiegano dietro il bancone della pizzeria Cristallo, in viale Indipendenza -. In più, è bene ricordare che nei primi dieci classificati solo il vincitore è un pizzaiolo italiano, di Napoli: gli altri italiani, sì, ma pizzaioli in locali di mezzo mondo».
A Sebastiano Balestrieri i complimenti non sono mancati, fioccati sia dalla giuria sia dagli organizzatori. «Una bella soddisfazione, non ci credevo ammette, schivo -. Tanti mi hanno chiesto quale scuola ho frequentato. Ho risposto, ancora una volta: quella di mio zio Giuseppe, a Canelli, nella nostra pizzeria. Lasciandoli con un palmo di naso».
La pizza presentata è quanto di più italico si possa immaginare: farina di grano e mozzarella di bufala campana guarnita, a fine cottura, con pomodorini datterini e radicchio crudi, basilico e scaglie di grana Parma in onore della città che ha ospitato la manifestazione. «Lavevamo battezzata Europea: da adesso sul menù è diventata la nostra Pizza Mondiale». Mentre lo sguardo di Maradona, indiscusso campeon argentino con cuore sotto il Vesuvio, li squadra da una foto sbiadita dai ricordi: i campioni mondiali, al Cristallo, adesso sono due.
Giovanni Vassallo