Sono stati assolti la badante e il nipote di un anziano uomo che viveva nel nord Astigiano. La donna, straniera, era sotto processo con l’accusa di essersi impossessata di 400 mila euro che appartenevano all’uomo, vedovo, impiegato statale in pensione con la passione della cerca dei tartufi. Il nipote sempre per lo stesso tipo di reato ma per una cifra molto più contenuta.
La vittima, che non ha potuto costituirsi parte civile perchè è mancato prima che iniziasse il processo, era stato sposato per molti anni ma, alla morte della moglie, si è trovato in difficoltà. Senza figli e con una serie di importanti problemi di salute, si è trovato da solo a doversi occupare di un discreto patrimonio accumulato nella vita. Dopo un primo periodo di ricovero in una casa di riposo, ha voluto tornare a casa sua e ha assunto la badante affinchè si occupasse di lui e, di conseguenza, anche delle sue sostanze.
E’ stato un nipote a far partire gli accertamenti sulla gestione del patrimonio dello zio perchè sospettava che la badante si stesse approfittando delle condizioni precarie dell’anziano e della dipendenza affettiva da chiunque si occupasse di lui.
Così la donna, difesa dall’avvocato Alberto Avidano, è finita sotto processo per una serie di prelievi, bonifici e assegni per oltre 400 mila euro e per quel testamento che la designa come erede universale dell’anziano. Una parte del patrimonio sarebbe andata anche ad un altro nipote, difeso dall’avvocato Serse Zunino.
Nel corso del dibattimento i due si sono difesi dall’accusa dimostrando di non aver affatto approfittato dell’anziano e questa mattina il giudice Dematteis li ha mandati assolti entrambi.
Nel processo era presente anche una parte civile, con l’avvocato Campora che rappresenta una nipote dell’uomo ormai deceduto.
(Foto di repertorio web)