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Cronaca
‘ndrangheta

Barbarossa, grandi “sconti” di pena all’appello degli imputati big

Stamattina la sentenza di secondo grado a Torino. Per alcuni di loro pene dimezzate grazie al concordato

Si è espressa questa mattina la Corte d’Appello di Torino sui ricorsi di 15 imputati del processo Barbarossa sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste fra i comuni di Asti e Costigliole.

Si tratta degli imputati riconosciuti al vertice dell’organizzazione, quelli che avevano il maggior peso di accuse che già due anni fa avevano scelto il rito abbreviato per godere di uno sconto di pena. Molti di loro hanno ammesso le loro condotte e si sono trasformati in testimoni di forte impatto sul processo ordinario che si è tenuto davanti al Tribunale di Asti a carico dei restanti 9 imputati “minori”.

Del gruppo dei 15 solo uno, Bruno Agostino, ha scelto di discutere il processo d’appello che si è chiuso a suo carico con una conferma della condanna e un piccolo sconto: dagli iniziali 10 anni e 4 mesi agli attuali 9 anni e 10 mesi.

Tutti gli altri, invece, su consiglio dei loro avvocati Mirate, Scaramozzino, Fenia, Calabrese, Coda, Cellerino, hanno scelto la via della pena concordata, abbassando anche notevolmente le pene inflitte in primo grado.

Lo sconto di pena maggiore è quello a carico di Michele Stambè che è passato da una prima condanna a 20 anni ad una di 10 anni, esattamente la metà.

Importante anche la riduzione di pena di Rocco Zangrà. imputato ritenuto il referente dell’organizzazione per tutta la zona di Alba che avrebbe avuto influenza anche sulla locale di Asti: a fronte dei 12 anni e 8 mesi inflitti in primo grado per il solo processo Barbarossa, in appello ha visto una pena finale di 6 anni e 6 mesi comprensivi anche dell’operazione Albachiara aggiunta in continuazione all’inchiesta astigiana.

Per Daniele Stambè la condanna è passata da 9 anni agli attuali 6 anni. «Soddisfatti di questa conclusione – ha detto il suo difensore, l’avvocato Cristian Scaramozzino – perchè è stato riqualificato il reato addebitato: non più associazione a delinquere ma concorso esterno, a conferma del ruolo molto defilato del mio assistito in ambito all’organizzazione».

Il terzo Stambè coinvolto, Salvatore, è passato da una pena iniziale di 11 anni e 8 mesi ad una finale di 7 anni.

Salvatore Carè è stato condannato ad 8 anni, tre in meno rispetto al primo grado mentre per Luca Scrima gli anni inflitti sono stati 9 e 9 mesi contro i 14 anni e 8 mesi del primo grado.

Giuseppe e Ferdinando Catarisano, padre e figlio, sono passati da 9 anni e 4 mesi del primo grado a 6 anni concordati con i giudici di Corte d’Appello.

Confermata invece la pena a carico di Vincenzo Emma: 10 anni, come in primo grado ma in continuazione con un’altra sentenza sempre riguardante un processo di associazione mafiosa. I fratelli Giuseppe e Adriano sono stati condannati a 6 anni e 6 mesi. Gianfranco Guzzetta dovrà scontare 6 anni (9 anni in primo grado), Agim Lena 3 anni (5 anni e 4 mesi prima condanna) e Massimo Marchiori 8 mesi contro gli iniziali 3 anni e 4 mesi.

Confermati i risarcimenti che erano stati disposti per i Comuni di Asti e Costigliole costituiti parte civile con l’avvocato Giulio Calosso.

Mentre si attende per la prossima settimana il deposito delle motivazioni per il processo Barbarossa che si è tenuto con rito ordinario al tribunale di Asti (nella foto una delle udienze).

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