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Cronaca
Carabinieri

Bocconi per avvelenare i cani da tartufo: controlli e indagini dei carabinieri

Sopralluoghi con un cane addestrato per cercare eventuali bocconi lanciati nei boschi in attesa delle analisi di quelli trovati a San Marzano Oliveto.

Non è caduto nel vuoto l’allarme lanciato da alcuni tartufai che, nei giorni scorsi, hanno denunciato il ritrovamento di esche avvelenate nei boschi intorno a San Marzano Oliveto.

I carabinieri della Compagnia di Canelli con i colleghi della Forestale hanno eseguito ieri un accurato sopralluogo nelle tartufaie di Regione Saline alla ricerca di eventuali esche avvalendosi anche di un’unità cinofila antiveleno dei Carabinieri Forestali di Cuneo.

Kira, questo il suo nome, femmina di pastore belga Malinois, addestrata alla ricerca di sostanze velenose, ha battuto una larga porzione di terreni di quelli in cui erano state denunciate le presenze di esche.  Il suo compito era quello di cercare, anche in posti poco accessibili, i bocconi sospetti e le carcasse di animali limitandosi a segnalarne la presenza al suo conduttore senza toccare nè ingerire nulla.

Non ne ha trovate, ma i controlli verranno ripetuti ciclicamente nelle prossime settimane, a tutela sia dei cani da tartufo che di quelli da caccia, di quelli domestici a passeggio e della fauna selvatica.

Sulla stessa vicenda, intanto, proseguono le indagini dei carabinieri per risalire agli irresponsabili che avevano sparso le esche nei giorni scorsi. Erano state prelevate e i campioni sono ora all’analisi degli esperti dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte per dare una valutazione esatta della sostanza utilizzata per avvelenare i cani.

Le esche trovate si presentavano come una “cotoletta” di carne cruda che racchiudeva all’interno dei farmaci a cilindro di colore azzurro intenso. Verosimilmente dovrebbe trattarsi di veleno per topi.

Sono esche mortali perchè una volta ingerite, il cane accusa dolori lancinanti e cerca spasmodicamente dell’acqua che è quasi impossibile trovare, in gran quantità, nei boschi d’autunno. Molto spesso l’azione del veleno provoca la morte dell’animale fra atroci sofferenze mentre in alcuni casi, con un intervento tempestivo del veterinario, la bestiola si salva ma difficilmente resta in grado di continuare a cercare tartufi, visti i gravi danni provocati dall’ingestione.

 

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