Un processo molto particolare quello che si è tenuto lunedì mattina in tribunale ad Asti per i tempi e per il comportamento dell'imputato. Imputato di cui non forniremo le generalità, perchè
Un processo molto particolare quello che si è tenuto lunedì mattina in tribunale ad Asti per i tempi e per il comportamento dell'imputato. Imputato di cui non forniremo le generalità, perchè accusato di maltrattamento in famiglia e padre di una bambina in tenera età della quale è fondamentale rispettare la privacy. L'uomo, difeso dagli avvocati Malabaila e Caranzano, è comparso davanti al giudice Amerio per rispondere di violenze fisiche e psicologiche nei confronti della convivente negli anni dal 2008 al 2010 e dalla quale aveva avuto una bambina.
La prima curiosità sta nei tempi del processo: come raramente accaduto prima nella storia di un dibattimento con diversi testimoni chiamati da accusa e difesa, tutte le notifiche sono andate a buon fine, tutti i testi si sono presentati, tutti sono stati sentiti. Così, in due ore, il dibattimento si è aperto e chiuso, senza alcun rinvio. Il pm e la difesa sono stati invitati a discuterlo subito e così è stato anche se manca la sentenza che verrà resa nota dal giudice nei prossimi giorni.
L'altra stranezza risiede nelle dichiarazioni dell'imputato rese al giudice. Accusato di aver instaurato in casa un clima di terrore a causa del suo animo violento e della sua abitudine all'alcol, l'uomo ha praticamente ammesso di essersi comportato male nei confronti dell'ex convivente: «Era l'alcol che mi comandava» ha affermato, confermando qualche episodio denunciato dalla donna e molti litigi verbali violenti.
d.p.